Documentario su Gustavo Rol

Posted By Admin on Gen 8, 2017 | 0 comments


 

 

Gustavo Adolfo Rol nasce a Torino il 20 giugno 1903, giorno della Consolata. La famiglia è agiata, il padre, Vittorio, è un noto avvocato che nel 1909 sarà nominato, per quasi un ventennio, direttore della sede di Torino della Banca Commerciale Italiana. La madre, Martha Peruglia, è figlia dell’avv. Antonio presidente del tribunale di Saluzzo. Gustavo ha due fratellini, Carlo, nato nel 1897, e Giustina, nata nel 1900. Una terza sorellina, Maria, arriverà nel 1914.

Si racconta che Gustavo non abbia parlato fino all’età di due anni, fino a quando non lo trovarono aggrappato al caminetto della casa di campagna, dove, di fronte ad un’immagine raffigurante Napoleone a Sant’Elena, piangeva e gridava: “Poleone, Poleone” E infatti la figura di Napoleone gli sarà strettamente legata per tutta la vita, diventando un collezionista di rilievo internazionale di cimeli napoleonici, un esperto delle campagne, delle battaglie e delle imprese napoleoniche. Già in terza elementare sapeva tutto sull’Imperatore, mentre al liceo sapeva descrivere con minuzia di particolari lo svolgimento delle battaglie, dando l’impressione di avervi assistito personalmente.          

Qualcuno si è spinto addirittura a ipotizzare che potesse essere la reincarnazione dell’Imperatore francese, ma Rol ha smentito categoricamente questa interpretazione in più occasioni, chiarendo di avere grande ammirazione e stima, oltre che profonda conoscenza storica del personaggio. Fatti singolari in relazione all’Imperatore sono numerosi. Per esempio negli anni trenta, a Parigi, stava passeggiando in una strada quando, spinto istintivamente ad entrare in una casa, chiese al portinaio di condurlo nelle cantine, che avevano il pavimento di terra battuta, e lì, fattosi consegnare una pala da quel tizio che lo guardava in modo interrogativo, dissotterò uno splendido busto di marmo di Napoleone (qui sopra raffigurato). Nella Palazzina di caccia di Stupinigi, una pregiata residenza dei Savoia appena fuori Torino, è conservato un prezioso dono di Rol, la carrozza con la quale Napoleone da Parigi si recò a Milano per essere incoronato re d’Italia. Rol l’aveva acquistata a Marengo, dove l’Imperatore l’aveva l’asciata perché si era rotta ed aveva fretta di ritornare in Francia.Gustavo Rol passa la sua infanzia tra Torino e San Secondo di Pinerolo, dove la famiglia aveva una residenza del ‘700. Inizialmente di carattere chiuso e con modesti risultati scolastici, si appassionerà in seguito allo studio e alla musica, imparando a suonare il pianoforte senza mai aver preso lezioni e perfezionado la conoscenza del violino. Negli anni di liceo conosce il beato Pier Giorgio Frassati e la sorella Luciana, stimata poetessa, di cui sarà amico tutta la vita. Nel 1921 intraprende la carriera giornalistica. Nel 1923 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza alla Regia Università di Torino, dove si laureerà qualche anno più tardi (in seguito studierà anche scienze commerciali a Londra e si interesserà di biologia, con il sostegno del premio nobel Jacques Monod che conobbe a Parigi negli anni’50                           

Lo stesso anno, si iscrive al Corso Allievi Ufficiali di complemento, l’anno successivo è nominato sottotenente e quindi congedato. Tra il 1925 e il 1930 è in giro per l’Europa in qualità di dipendente delle filiali Comit: Marsiglia, Parigi, Londra e Edimburgo. A Parigi, in un café, conosce la ragazza che poi diverrà sua moglie. Si chiama Elna Resch-Knudsen, norvegese, figlia di un capitano di marina e nipote di un ministro di Stato. Gustavo era solito presentare Elna con orgoglio, facendo notare che ben 17 Re facevano parte della sua famiglia. Passeranno circa tre anni da quell’incontro al loro matrimonio, avvenuto a Torino, nella chiesa di San Carlo in Piazza San Carlo, il 17 dicembre 1930. Alla fine degli anni ’30 Rol acquista un alloggio in via Silvio Pellico 31, dove abiterà fino alla morte. Il periodo di Parigi è quello cruciale della sua vita: qui le sue ricerche, iniziate a Marsiglia, sfociano in quella scoperta che farà di lui una delle persone più enigmatiche del XX secolo.                                                               

ll 28 luglio 1927 scriverà sul suo diario: « Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla! ». Inizia un periodo di crisi profonda che lo porta a rifugiarsi in un convento. Dopo tre mesi sua madre lo va a prendere, dicendogli di sfruttare queste possibilità per fare del bene al prossimo. E così comincia la sua fama di “sensitivo”. Conosce tra gli altri Einstein, Croce, Fermi, Picasso, Dalì, D’Annunzio, Cocteau, Krishnamurti. La sua nomea di veggente si diffonde tra l’elite politica e aristocratica di tutta Europa, e i Capi di Stato di molti paesi desiderano chiedergli consiglio: De Gaulle, Mussolini, Pio XII ; anche Hitler lo vuole conoscere, e invia i suoi a cercarlo con l’ordine di condurlo a Berlino. Per ben tre volte gli uomini del Duce lo nascondono e lo sottraggono alle SS. Durante la guerra a San Secondo Rol salva molte persone condannate alla fucilazione. Si era impegnato a fare esperimenti in presenza degli ufficiali tedeschi in cambio della vita dei prigionieri. Per ogni esperimento sarebbe stata risparmiata una persona. Renzo Allegri, in “Rol Il mistero”, racconta questo episodio: «Un giorno, a Pinerolo, un comandante tedesco aveva messo al muro un gruppo di partigiani. Rol accorse a chiederne la liberazione. “Sono innocenti, non hanno commesso niente di male”, diceva. “E lei come fa ad esserne tanto sicuro?”, chiese il comandante. “Alla stessa maniera con cui sono sicuro di conoscere cosa contengono i cassetti della scrivania nella sua casa ad Amburgo”, rispose Rol e cominciò a descrivere minuziosamente gli oggetti che quel comandante aveva nella sua scrivania ad Amburgo, soffermandosi sul contenuto di alcune lettere privatissime e di documenti segreti. Il tedesco, confuso e spaventato, liberò immediatamente i prigionieri». Nel 1945 Rol ottenne un riconoscimento per il suo operato da parte del Sindaco di S. Secondo di Pinerolo, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale, che così recita:

Oggetto: ringraziamento

 Adempio al dovere di ringraziarLa vivamente anche a nome del Comitato di Liberazione Nazionale, per tutto quanto Ella ha fatto durante l’attuale guerra per il bene di San Secondo ed in ispecie per la popolazione di San Secondo. Il coraggio da Lei dimostrato in circostanze difficilissime per risolvere situazioni che interessavano la vita o l’interesse altrui o delle generalità degli abitanti, la saggezza, serietà e l’autorità dimostrate a suo tempo, verso chi di ragione, valsero a salvare la vita e i beni di singoli e di molti Sansecondesi. Quest’amministrazione e la popolazione tutta, che hanno apprezzato i suoi generosi atti, Le saranno molto riconoscenti e confidano che ella vorrà continuare a coadiuvarLe nell’opera di ricostruzione e nella ripacificazione degli animi.

 Il Sindaco,G. Vicino

Nel 1934, subito dopo la morte del padre, Rol lascia l’impiego in banca, professione che non l’aveva mai attratto ma che aveva intrapreso solo per compiacere il genitore. Vorrebbe fare il giornalista, ma poi decide di dedicarsi al commercio di oggetti antichi, per i quali aveva sempre avuto una grande passione. Apre, durante la guerra, un negozio di antiquariato, che tiene fino agli anni ’60, fino a quando decide di dedicarsi a tempo pieno alla pittura, all’approfondimento dei suoi studi e all’aiuto del prossimo. Dagli anni ’50 in poi l’alloggio di Via Silvio Pellico sarà meta privilegiata di tanti personaggi famosi: Pitigrilli, che farà diverse dediche a Rol e parlerà ampiamente di lui in un suo libro; Federico Fellini, suo grande amico, che veniva spesso a chiedergli consiglio sulle nuove sceneggiature; e poi John Cage,Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Nino Rota, Alberto Sordi, Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Valentina Cortese, Giovanni Agnelli, Cesare Romiti, Vittorio Gassman, Guido Ceronetti, Valentino Bompiani, Vittorio Messori e tanti altri. Ha occasione di conoscere anche alcuni presidenti della Repubblica Italiana, come Saragat e Einaudi. Sempre negli anni ’50 incontra la regina Elisabetta II a Londra, che, a quanto pare, desiderava mettersi in contatto con lo spirito del padre, Re Giorgio VI, morto nel 1952. Di questo periodo è anche l’incontro con Padre Pio, del quale Rol era devoto e di cui teneva una fotografia sul suo comò. Nel 1964 incontra ad Antibes l’Imperatore d’Etiopia, Hailé Selassié, al quale predice la morte ad opera del suo popolo (fatto che si verificherà nel 1975). In America si interessano a lui. Walt Disney vuole incontrarlo e John Fitgerald Kennedy, nel suo unico viaggio in Italia da presidente, viene appositamente a Torino per incontrare Rol. Nel 1981 il presidente Reagan gli invierà un telegramma di ringraziamento per aver contribuito con il suo aiuto “metafisico” alla liberazione del generale americano James Lee Dozier. Dalla metà degli anni ’60 in poi Rol è richiesto da molti centri di parapsicologia per dar dimostrazione delle sue capacità.                                               

Tuttavia egli non acconsentì mai a volgarizzare ciò che riteneva espressione delle più alte vette spirituali raggiungibili dall’uomo, e quindi non si sottopose mai a controlli “profani”, rimanendo così perfettamente coerente con le Sacre Scritture («Una generazione perversa e adultera pretende un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta»…).

Alla fine degli anni ’70 incontra il giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela. Rol, ormai già anziano, spera di trovare una persona in grado di fare da mediatrice con la comunità scientifica, rendendola partecipe delle sue conoscenze al fine di avviare una analisi seria e costruttiva di quelle prerogative date all’uomo nel momento in cui intraprende un rigoroso percorso spirituale e conoscitivo. Purtroppo però questo giornalista, prevenuto nei confronti di tutto ciò che riguarda la sfera del trascendente, non ha voluto credere a ciò che ha veduto, ma ha preferito liquidare la questione mettendo in dubbio che si trattasse di vere facoltà, e che invece fosse semplice, per quanto elegante, illusionismo. Egli infatti ha pubblicato una sua indagine nel mondo del paranormale, la quale includeva anche Rol.

Nella sua inchiesta, è venuto a contatto anche con pseudo-sensitivi e ciarlatani di vario genere, e quindi, partendo già dal presupposto che certe cose non esistono affatto, ha preferito liquidare tutta la questione con l’illusionismo. Negli anni successivi, Angela fonda il CICAP, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (che noi abbiamo avuto occasione di soprannominare Comitato Inquisitore per la Condanna delle Affermazioni sul Paranormale), copia minore del CSICOP, il Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal, fondato dal prestigiatore americano James Randi. Questi comitati in sostanza vorrebbero dimostrare che il paranormale non esiste e che i miracoli non sono possibili, con ovvie conseguenze per l’esistenza stessa delle religioni…Certamente il loro operato è condivisibile quando smascherano i veri ciarlatani e tutti quelli che se ne approfittano della credulità altrui. E’ anche vero però che questo ruolo è sempre stato svolto dai rappresentanti di tutte le religioni, che dovrebbero essere i meglio qualificati a distinguere i veri maestri spirituali da quelli falsi. Comunque, il comportamento di Piero Angela (e quello del noto fisico Tullio Regge, anche lui scettico prevenuto nonostante abbia conosciuto Rol, ed anche lui membro del CICAP) ha lasciato Rol amareggiato e deluso, tanto da chiudersi negli anni successivi nel suo riserbo. Nonostante questa vicenda spiacevole, Rol ha previsto che un giorno la scienza sarebbe arrivata a comprendere lo Spirito. Così commenta Fellini: «I “giochi” di Rol sono uno spettacolo tonificante per chiunque lo accosti con una vera disponibilità. Cioé con l’innocenza di un bambino o con il sostegno di una scienza non rigida, aperta, che non si metta in conflitto con le forme inattese della verità».

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