abbinato al Video “Viaggio nella Medianità”
confezionato dal regista Guido Ferrari della TSI
(Televisione Svizzera Italiana)
Premessa
La medianità è quella facoltà che consente alle entità disincarnate di comunicare con il mondo dei viventi attraverso un “medium”, solitamente in trance, o comunque in stato alterato di coscienza.
Il termine “medium” deriva dal latino medium (mezzo) e indica appunto il “mezzo” attraverso il quale, in base all’ipotesi spiritica, le entità dei trapassati possono comunicare con i viventi. Se medium è colui (o colei) attraverso cui avvengono i fenomeni, medianità è la facoltà che lo fa essere tale.
Il medium opera per lo più in trance, o comunque in stato alterato di coscienza. La trance è sostanzialmente analoga al sonnambulismo e al sonno ipnotico, ed è in genere autoindotta dal medium mediante tecniche di concentrazione. Il medium in trance non avverte niente di quanto avviene intorno a lui e attraverso di lui: quando egli si trova in questo stato, gli spiriti dei trapassati, sempre secondo l’ipotesi spiritica, si servono del suo corpo per comunicare coi viventi.
Non si conoscono caratteristiche fisiche o psicologiche tipiche del medium, che può essere persona normalissima ed equilibrata, oppure anche fragile o nevrotica: come ognuno di noi, appunto. L’unica cosa che si può dire con sicurezza è che essa sembra essere ereditaria. Non si notano differenza neppure nel sesso: i grandi medium sono stati, e sono, sia uomini che donne.
Per una buona estrinsecazione della medianità, e di conseguenza dei fenomeni a essa legati, essenziale è l’armonia del gruppo nel quale il medium si trova a operare: è stato infatti constatato che un gruppo armonico e sereno favorisce alquanto le manifestazioni.
La maggior parte delle notizie sui medium e la medianità derivano dagli studi che a partire dalla metà del secolo scorso sono stati compiuti in questo campo. Il tentativo di ottenere comunicazioni con l’aldilà non è però soltanto del nostro tempo. L’uomo infatti non ha mai accettato l’idea di finire del tutto con la morte fisica e di conseguenza ha sempre cercato il contatto coi trapassati, sia per avere prove della sopravvivenza che per ottenere informazioni, consigli, consolazioni al proprio dolore.
Dalla consuetudine di evocare i trapassati troviamo notizie negli antichi testi, dall’epoca di Gilgamesh all’Odissea e alla Bibbia. Le Pizie e le Sibille dell’antichità greca e romana erano in realtà medium, attraverso i quali parlava non un defunto, ma una “divinità”.
L’evocazione dei morti è stata osteggiata dal Cristianesimo, ma certamente non eliminata. Addirittura viene tramandato un episodio avvenuto durante il Concilio di Nicea nel 325 d.C. Durante il concilio stesso erano morti due vescovi, e alcuni padri conciliari li pregarono di apporre la loro firma sul documento conclusivo, che fu posto sulla loro tomba. I Padri passarono la notte in preghiera, chiedendo che Dio concedesse loro questa grazia: il mattino dopo sul documento furono trovate le firme dei due vescovi, che furono da tutti riconosciute, e un loro messaggio. Un esempio di scrittura diretta veramente perfetto e da non mettere in dubbio data l’autorevolezza dei testimoni.
Voglio citare il messaggio, rimasto famoso, ricevuto tramite un codice a colpi verso la metà dell’Ottocento dalle sorelle Fox, Margaret e Kate; messaggio che segnò l’inizio dello spiritismo: “Cari amici, dovete proclamare questa verità al mondo. Questa è l’alba di una nuova era: non dovete nasconderla oltre…”
ROBERTO BUSCAIOLI
La medianità di Roberto Buscaioli, rivelatasi intorno ai cinquant’anni, si è rapidamente evoluta fino ad arrivare alla trance a incorporazione con fenomeni fisici di alto livello e messaggi di elevata qualità.
Fin da ragazzino, Roberto Buscaioli aveva vissuto fenomeni insoliti: sentiva accanto a sé delle presenze, giocava con bambini che vedeva soltanto lui. Poi a diciotto anni ebbe un incidente di moto, l’amico che guidava morì e lui fu ricoverato in ospedale per un lungo periodo. Per tutto quel tempo ebbe «visioni» di quell’amico, che andava a trovarlo, si sedeva sul suo letto e gli parlava. Chi era con Roberto nella stanza lo vedeva improvvisamente mettersi a conversare con qualcuno visibile soltanto a lui.
Tutto questo tuttavia non lasciò tracce in lui e per molti anni, una trentina, si occupò soltanto di vivere il matrimonio d’amore in giovane età, un ottimo lavoro che lo occupava molto. Era dirigente alla Sarom di Ravenna, poi fusasi con l’Agip Petroli, e si occupava degli acquisti e degli appalti: un lavoro di grande responsabilità, che richiede doti imprenditoriali non comuni. Dal matrimonio nascono due figli, Alessandra e Andrea – una famiglia affiatata e felice.
Poi di colpo la tragedia: il 14 settembre 1980 Andrea ha un incidente stradale e muore.
Roberto ha raccontato poi di aver avuto, alcuni giorni prima dell’incidente, nel dormiveglia, la visione del fatto in ogni dettaglio, così come poi si realizzò, ma di non aver dato importanza alla cosa, pensando che si trattasse delle normali apprensioni dei genitori.
La morte di Andrea fece piombare la famiglia Buscaioli nella disperazione. Roberto dice però che fin da principio, davanti al corpo esanime del figlio, si chiedeva se quella morte, apparentemente assurda, fosse una fine o un principio. Intuiva confusamente che la grande tragedia che l’aveva colpito doveva avere un senso – e sentiva di nuovo accanto a sé le «presenze» di quando era bambino, che ora sembravano essergli vicine proprio per spiegargli come fare per dare un significato alla vicenda. Questo significato si è rivelato, e ora Roberto può affermare: «La mia vita si è svolta come nell’attesa che mio figlio mi passasse il testimone per sviluppare un programma che certamente esisteva fra noi da prima».
Ebbe inizio così la ricerca di Andrea, una ricerca coronata da un successo impensato e che rese possibile la manifestazione delle potenzialità interiori di Roberto.
Da principio fu col registratore che Andrea si manifestò: si fece riudire sul nastro di un’amica di famiglia, esprimendo il desiderio di comunicare coi genitori. Roberto allora si documentò su questo fenomeno, con l’intenzione di registrare personalmente. Incontrò la signora Gabriella Alvisi, colei che ha reso nota in Italia la psicofonia, cioè la registrazione di «voci», apprese la tecnica e cominciò subito a registrare. Le doti medianiche che sonnecchiavano in lui evidentemente lo aiutarono, perché immediatamente senti – chiara e ben riconoscibile – la voce di suo figlio che gli diceva: «Sono Andrea. Croce è gioia». Il significato è chiaro: la croce, il sacrificio, produce amore, gioia.
Ebbe inizio così un periodo fecondo di registrazioni e contatti: intorno alla famiglia Buscaioli si riunì un gruppo di persone amiche interessate alla stessa fenomenologia, e per un anno ci furono incontri due volte la settimana per sperimentare col registratore. I risultati furono notevoli: voci chiare e ben riconoscibili.
Lo stato d’animo di Roberto, Nora e Alessandra cominciò a trasformarsi: la famiglia, resa ancora più unita dal dolore, si apriva alla speranza e alla fede.
Roberto Buscaioli afferma di dovere molta gratitudine alla psicofonia, che gli consenti le prime certezze, ma ammette di aver provato anche un senso di limitazione, in quanto le voci psicofoniche dicono poche cose, non consentono un approfondimento delle tematiche: danno fiducia, costituiscono prove indubitabili, però non permettono un dialogo vero e proprio. Ed era questo che Roberto andava cercando. Tentò anche col tavolino, con risultato notevole, ma ancora una volta con un senso di frustrazione per la mancanza di un dialogo più profondo.
All’inizio del 1983, la svolta. Roberto una sera stava accingendosi a sperimentare col tavolino quando apparentemente «svenne» con la testa sul tavolo. Lui stesso ha descritto quello che accadde:
«Udii suoni melodiosi, un brusio di voci, vidi aprirsi davanti a me un ambiente diverso dal solito, con colori forti, intensi – poi vidi venire verso di me un gruppo di persone vestite di bianco che appena sfioravano l’erba del prato che era di un verde luminosissimo. Da lontano sentivo una persona parlare, ma era come un rimbombo, non capivo le parole. lo ero seduto su una panchina di marmo bianco sotto un enorme albero fitto di foglie. Le persone che si avvicinavano erano mio figlio, mia madre, mio padre, altre persone che avevo conosciuto, e io li amavo tutti allo stesso modo – come me stesso. Mi vennero vicino, mi abbracciarono, mi parlarono… poi mi ritrovai nella mia casa, con gli amici, i quali avevano ascoltato una voce dalla timbrica bassa che li rassicurava su ciò che stava accadendo: era la voce che io sentivo come un brusio, come un rimbombo. «Cari figli, ben trovati», aveva detto – così si era presentato per la prima volta il Pope, colui che è divenuto poi il regista dei nostri incontri. Nel momento in cui rientravo in me, mi ero trovato davanti un personaggio imponente, vestito come un sacerdote ortodosso, con una folta barba bianca che gli scendeva fino a metà del petto, che mi aveva abbracciato, e quell’abbraccio mi aveva riscaldato fino all’ultima cellula del mio corpo … ».
La trance nella quale Roberto era caduto spontaneamente si ripete da allora ogni volta. Si tratta, e chiunque abbia qualche dimestichezza con la materia se ne potrà rendere conto, di una trance particolare, caratterizzata non dall’oblio, ma dalla conservazione della coscienza, che opera tuttavia in una dimensione diversa. La coscienza di Roberto viene proiettata fuori dal corpo, in quella dimensione parallela in cui vive suo figlio, e il suo corpo viene occupato dal Pope.
Una trance tranquilla, che non richiede neppure il buio. Il gruppo si riunisce intorno al grande tavolo di casa Buscaioli (ma le sedute hanno avuto luogo anche in altre case e in città diverse da Ravenna), con la luce appena abbassata. Roberto è seduto con gli altri. Si fa silenzio, sua figlia Alessandra (che fra l’altro ha ereditato le doti paterne) gli tiene una mano, un’altra persona gli tiene l’altra, e non è neppure necessario fare catena. A un certo punto Roberto china tranquillamente la testa, e quando la rialza la sua personalità è un’altra – è quella del Pope, e a volte anche quella di altre entità. «Ho per un attimo la visione di tutti noi, me compreso, dall’alto», racconta Roberto. «Mi attardo un attimo qui, sentendo soltanto una eco di quanto viene detto: sorrido, e mi dico che vado per consentire al gruppo di procedere nel suo cammino. Poi entro in una dimensione diversa, dove incontro entità familiari e anche sconosciute. Vedo la realtà come se fosse amplificata, tutto mi appare a 360° e l’universo mi si rivela come un immenso plenilunio azzurro. Al ritorno ho come dei flash, e sento di aver vissuto più di quanto possa poi raccontare».
Della seduta vera e propria Roberto non ricorda nulla, e deve risentire in seguito la registrazione. In più occasioni il Pope ha detto di avere il compito di portare avanti, con Roberto, il gruppo e tutti quelli che sarebbero venuti in contatto con esso, per far capire che la morte non deve far paura perché in realtà non esiste e la vita continua, che nulla si perde, che questa esistenza terrena è solo una tappa del lungo cammino che bisogna compiere prima di tornare a Dio. Molta importanza è stata sempre attribuita al momento di vita presente, al quotidiano, al modo in cui bisogna vivere la vita. «Il Pope», dice Roberto Buscaioli, «ci fa capire che esiste una vita sola e che noi viviamo sulla terra in funzione di qualcosa di molto più grande: ci fa capire il valore della vita e di tutti i suoi eventi, compresi quelli dolorosi.
Questi colloqui ci hanno aiutato a superare la frattura fra la vita e la morte e a ritrovare la forza di affrontare il quotidiano – forza che avevamo perduto. La ragione profonda di tutto quanto avviene è quella di farci ritrovare l’armonia con noi stessi, con gli altri, col mondo circostante».
La personalità di Pope è molto diversa da quella di Roberto. Come ho avuto modo di constatare in più di una occasione, il Pope, che di se stesso ha detto di essere stato un sacerdote greco-ortodosso vissuto intorno all’anno Mille, si esprime con pacatezza, con voce profonda, dimostrando una grande saggezza unita a tolleranza e ironia. I contenuti dei suoi interventi vanno al di là delle conoscenze del medium e dei presenti: ad ogni domanda viene data risposta soddisfacente e piena, come viene serenamente riconosciuto dai membri del gruppo di Roberto e anche dalle persone che di volta in volta vengono invitate a prendere parte a una seduta.
Una testimonianza concreta e tangibile del carattere eccezionale delle sedute di Roberto sono le materializzazioni di oggetti, in genere preziosi, che avvengono ogni volta e che possono essere perfettamente seguite, in quanto la luce, come ho già accennato, non viene spenta. Gli oggetti escono in genere dalla bocca di Roberto: a volte così come sono, altre volte sotto forma di una massa luminescente e fluida, che poi si solidifica e prende forma nelle mani della persona che ne è destinataria. Al risveglio dalla trance, Roberto avverte sempre un pizzicore, a volte un vero e proprio fastidio, alla gola, però non conserva nessun ricordo di quanto è avvenuto e guarda gli oggetti con stupore. Qualche altra volta gli oggetti cadono dall’alto oppure si materializzano nelle sue mani. Essi hanno sempre un significato preciso per chi li riceve: per esempio Andrea ha inviato due doni alla mamma, una croce e un cuore, entrambi d’oro, l’amore e il dolore.
Sono ormai migliaia le testimonianze delle persone che attraverso l’incontro con Roberto e la partecipazione alle sue sedute hanno ricevuto apporti ma, ancor più, conforto e ritrovato la serenità.
Personalmente posso dire di aver avuto una materializzazione nella primavera del 1989, la prima volta che partecipai a una seduta di Buscaioli: il Pope aveva parlato per quasi un’ora (e per tutto il tempo Alessandra ed io avevamo tenuto le mani del medium), quando arrivò il dono per me, che il Pope definì il «volto dell’amore». Un profilo d’argento di Cristo alto circa 4 centimetri e largo non meno di due, che uscì come sparato, caldo e asciutto, dalla bocca di Roberto e finì sulla mia mano, che seguendo le indicazioni del Pope avevo avvicinato alla bocca del medium. In un’altra occasione vidi uscire con le stesse modalità dalla bocca di Roberto una croce piuttosto grande: al risveglio Roberto lamentò un certo mal di gola.
In tale occasione, chiesi al Pope come mai fosse venuto proprio lui a comunicare attraverso Buscaioli, e lui rispose: «È una conoscenza questa, col titolare di questo corpo, che ha il tempo dell’eternità: ci conosciamo di sempre. Un vecchio amico, non sempre comodo, ma sempre molto caro. E quando l’ho visto deambulare in questo breve tratto terreno, mi sono detto: e perché no? Perché dovrebbe venire un altro, visto che ci conosciamo e abbiamo un tempo in comune? Sono venuto io, non solo perché ci conosciamo ma perché “vibriamo della stessa nota”, come si direbbe in termini musicali, abbiamo gli stessi intendimenti. Sono venuto anche perché sapevo di incontrare in questo iter tanti altri cari amici. Deve esserci armonia perché si produca ciò che si sta verificando qui … ».
Le esperienze di Roberto Buscaioli sono descritte in due suoi libri editi dalle Edizioni Mediterranee di Roma: Dal visibile all’invisibile e Vita ed esperienze di un medium – Oltre le nubi.
Roberto Buscaioli ha scritto altri libri e saggi sull’argomento (per l’esattezza ben 25), reperibili – al puro costo di rimborso spese – presso la sede dell’Ass.ne “Roberto Buscaioli – Cenacolo 71” via Barchiesi nr.33 – 48100 Ravenna (Tel. e Fax: 0544.402404 – E-mail: [email protected])
Nel filmato “Viaggio nella Medianità”, girato dal regista Guido Ferrari della Televisione Svizzera Italiana, è stato possibile seguire interamente una seduta del Cenacolo 71 e filmare la materializzazione di un oggetto, così come esce dalla bocca di Buscaioli: un documento unico nel suo genere.
Rispetto a qualche decennio fa, oggi il peso maggiore viene dato all’insegnamento più che al fenomeno, e il fenomeno stesso – quando c’è – viene considerato un mezzo per convincere gli scettici che è all’opera qualcosa di superiore all’uomo. Questa, peraltro, è l’impostazione che fin dall’inizio è stata data dal Pope agli incontri del Cenacolo 71- Gruppo di Studi e Ricerca fondato da Roberto Buscaioli nell’agosto del 1983.
Sembra che, da parte dell’Universo, sia in atto una benevola congiura tesa a farci aprire gli occhi su un’altra dimensione, quella dove tutti ci troveremo dopo la morte fisica.
Che ci si creda o no, i fenomeni di cui stiamo parlando sono troppo interessanti e coinvolgenti perché si possa evitare di occuparsene. Auguriamoci di poterlo fare anche in futuro con sempre maggior rigore scientifico.
Paola Giovetti