Medianità e Medium

Posted By Admin on Gen 7, 2017 | 2 comments


 

Ogni percorso di ricerca richiede, oltre che l’esistenza di una tesi da verificare circa l’oggetto d’indagine, la scelta di una metodologia da seguire e, soprattutto, la conoscenza di quest’ultima. In particolare, si rende necessario comprendere i meccanismi su cui essa si basa, anche per meglio utilizzare le potenzialità e, al tempo stesso, cautelarsi rispetto ai limiti che potrebbe eventualmente presentare.

Affrontare tematiche di carattere universale, cercare di rispondere a domande di tipo esistenziale, spingersi verso il sapere “oltre frontiera” avvalendosi di quella particolare metodologia definita comunicazione medianica implica, per correttezza di procedura, prima di tutto l’indagine sul metodo, ancor più per la singolarità che questo presenta rispetto alle vie di ricerca considerate scientificamente “ortodosse”.

Di certo poco si sa sulla medianità. Non si è trovata, a tutt’oggi, una spiegazione univoca sul fenomeno, e anche la semplice osservazione delle tante manifestazioni che storicamente si sono verificate, e si vanno manifestando, porta a rilevare molteplici differenze nella sua dinamica.

Pur non ponendoci l’obbiettivo di trovare una risposta esauriente e definitiva sulla medianità, ritengo tuttavia possibile cercare di definirla, descriverla tentando, anche, di trovarne il perché, individuandone le finalità.

 

Cos’è la medianità?

 

La medianità è la particolare caratteristica attribuita ai medium, persone che, secondo l’ipotesi degli spiritisti, sono dotate della capacità di prestare il proprio corpo e le proprie energie affinché personalità disincarnate possano manifestarsi alla comune sensorialità umana.

Le manifestazioni riguardano una varia gamma di fenomeni: la voce, grazie alla quale l’entità disincarnata comunica con gli astanti utilizzando l’apparato respiratorio e vocale del medium; le voci dirette, fenomeno assai raro – considerato di grande medianità – attraverso il quale si materializzano voci nell’ambiente; la levitazione, per cui il corpo del medium sembra non essere più soggetto alle leggi di gravità e sale verso l’alto permanendo in questo stato per un tempo imprecisato; la materializzazione di oggetti e profumi; fenomeni di telecinesi, cioè di spostamento di oggetti apparentemente non sottoposti ad alcuna forza che ne possa provocare il movimento mossi, appunto, a distanza.

 

La trance

 

 Durante  queste  manifestazioni, il  medium  si  trova  in  un particolare stato, definito di trance. Il termine, che tradotto dall’inglese significa estasi, indica l’avvenuto passaggio da uno stato psichico ad un altro e, proprio per questo, la trance viene considerata uno stato modificato di coscienza.

Concretamente, la trance consiste in un momentaneo annullarsi, totale o parziale, della parte cosciente della personalità del soggetto che, in tal modo, lascia spazio al manifestarsi di altre personalità psichiche.

Naturalmente, il passaggio da uno stato psichico ad un altro ha indotto più di uno studioso a ritenere la trance una manifestazione di natura puramente umana, identificando le diverse personalità che via via vanno alternandosi con quelle del medium con personalità nascoste nella parte più profonda della sua psiche. Ovviamente, se così fosse, si dovrebbe escludere la presenza di individualità diverse da quelle del medium e cadrebbe l’ipotesi spiritistica della manifestazione di entità disincarnate. In altre parole, anziché di trance si dovrebbe parlare di stato ipnotico del soggetto, o di una sua psicopatologia.

Tuttavia, la sperimentazione ha consentito di individuare sostanziale differenze fra lo stato di trance e lo stato ipnotico. Innanzi tutto, mentre l’ipnosi viene normalmente indotta da un’ipnotizzatore, la trance è sempre autoindotta; inoltre, quando la prima viene autoindotta, si rende necessario un processo piuttosto complesso e lungo che, comunque, quasi mai porta ad uno stato di completa incoscienza, stato che, invece, la trance consente di raggiungere. Un’ultima nota, forse non priva di significato, è costituita dal fatto che in diversi casi i medium si sono rivelati mediocri soggetti ipnotici.

Anche per ciò che riguarda la presunta psicopatologia dei medium, va osservato che in più di un caso questi soggetti hanno dimostrato di possedere un normale equilibrio psichico, svolgendo serenamente la propria professione e mostrandosi perfettamente integrati nella propria realtà sociale ma, soprattutto, va sottolineato che essi non presentano nessuno degli altri sintomi che rivelano la psicopatia e che accompagnano il cosiddetto sdoppiamento di personalità loro attribuito da gran parte della psichiatria.

Esiste, inoltre, una terza ipotesi, ipotesi psicodinamica, che attribuisce l’intera fenomenologia ad ancora inspiegate capacità psichiche del medium. Tale tesi, pur non ritenendo il fenomeno di natura patologica, esclude però la possibilità di un contatto col trascendente.

Queste considerazioni non ci aiutano certo a spiegare la meccanica della trance, ma le ultime due ipotesi ci indurrebbero a ritenere che il fenomeno sia indotto da cause di natura esclusivamente psichica, il che negherebbe  la   possibilità   che   esista   un   mezzo  capace  di rendere comunicanti e più vicini due mondi che, ai nostri sensi, appaiono invece lontani e separati.

 

 La seduta medianica

 

 Il momento in cui normalmente si esprime l’attività medianica è quello della cosiddetta seduta, cioè dell’incontro fra persone che si riuniscono intorno al medium con finalità di sperimentare l’approccio  col  trascendente e  di percorrere gli inusitati sentieri del sapere che tale dimensione lascia intravedere.

Il momento è molto delicato, per le implicazioni energetiche, fisiologiche e psicologiche in cui si trova ad operare il medium.

Soprattutto nei casi di trance ad incorporazione, si constatano alterazioni di tipo fisiologico che, da un punto di vista clinico, farebbero pensare al coma. La mia esperienza personale, per esempio, mi ha consentito di verificare un rallentamento del battito cardiaco al limite dell’impercettibilità, uno stato di forte ipotensione arteriosa e, insieme, un notevole abbassamento della temperatura corporea. Il respiro, inoltre, appare molto più lento tanto che, talvolta, si ha l’impressione che il corpo non stia respirando affatto.

Il fatto che il soggetto non lamenti, in tali condizioni, alcun tipo di malessere fisico, nemmeno semplicemente la sensazione del freddo, aiuta concretamente a capire la reale assenza del suo io cosciente durante lo stato di trance.

La serietà del medium, che deve abbandonare il suo essere in questo particolare stato, diventa una condizione imprescindibile per la buona riuscita della sperimentazione. E’ facilmente intuibile, infatti,  come, almeno in un primo momento, la parte materiale, conservatrice com’è, opponga resistenza a questo stato di abbandono, a questo black out dei controlli e dei sensi vigili che normalmente la curano e la difendono. Da un punto di vista psicologico, questo aspetto diventa un primo ostacolo da superare.

La psiche, che funge da catalizzatore delle energie che intorno si presentano disponibili a raccogliersi in un unico fascio energetico per poi sprigionarsi manifestandosi in forma palese, raggiungerà questa condizione tanto più efficacemente quanto più sentirà intorno armonia e unità di intenti.

Forse vale la pena di ripeterlo, con la trance, trance profonda o ad incorporazione, il medium rinuncia al suo stato di coscienza vigile, accetta cioè di sopprimere, seppure momentaneamente, il suo io cosciente.

Se da una parte questo ci lascia intuire quanto desiderio del dono di sé sia insito in tale operatività, dall’altra ci lascia immaginare quanto forte possa essere la necessità, da parte di chi abbandona il proprio corpo, di affidarsi con piena fiducia e serenità a chi gli resta accanto, in stato di coscienza, a custodire quel bene tanto prezioso, unico e delicato che è l’espressione materiale della sua vita, del suo esistere terreno.

“Il medium rende tanto meglio quanto più ha fiducia nei suoi sperimentatori e, in particolare, se fra essi ve n’è uno con cui è solito operare e col quale ha legami più o meno profondi di amicizia e di stima” (U.Dettore, Dizionario Enciclopedico di Parapsicologia e Spiritismo).

Nulla di strano in tutto questo: per come lo sento, per come lo vivo, dopotutto si tratta di un atto di profondo amore, che si esprime con toni tanto più elevati quanto più respira e attinge amore intorno e accanto a sé.

Per esprimere ciò che si prova a stare accanto al medium, a tenergli la mano, prenderò a prestito le parole di Silvio Ravaldini che, nel descrivere la propria esperienza personale, riporta sensazioni in cui mi riconosco pienamente: “Direi che, quasi inconsciamente, ci si sente di far parte integrante di una misteriosa fenomenologia che si dispiega, si dipana in sequenze che seguono, sì, certi schemi ripetitivi, ma che per altri aspetti continuamente si rinnova….”

 

 Chi è il medium

 

 Definire le caratteristiche principali della medianità e descrivere la dinamica delle sue molteplici espressioni fenomeniche non esaurisce certamente l’indagine sulla figura del medium. In realtà resta da stabilire perchéesiste la medianità e per quale motivo poche persone ne sono dotate mentre ai più sembrerebbe essere negata.

Al di là della valutazione della bontà e della correttezza della comunicazione medianica, la spiegazione del fenomeno può risiedere sostanzialmente in due cause prime. La prima, di ordine psico-fisiologico, lo vede come l’effetto di una patologica predisposizione psichica a lasciare affiorare, fino a manifestarsi, zone nascoste della psiche. Interpretazione, questa, che parrebbe inquadrarsi in una concezione piuttosto limitata del concetto di normalità.

A questo proposito abbiamo già enumerato alcuni degli elementi che, con una certa tranquillità, dovrebbero consentirci di accantonare questa ipotesi.

La seconda, di natura spiritualista, vede il fenomeno come un momento energetico particolare che consente ad individualità invisibili di manifestarsi.

Quest’ultima spiegazione si basa sull’ipotesi che la struttura umana sia duale, formata, cioè, da due componenti che, pur fondendosi perfettamente nell’unità fisica e psichica che è l’uomo, restano concettualmente distinguibili: la materia e l’energia che costituisce il principio vitale della materia stessa.

Nel momento in cui questa energia si rivela intelligente, cioè mossa da una finalità di cui ha piena consapevolezza e alla quale uniforma la sua azione, si può parlare di spirito, vale a dire di una entità cosciente che esiste a prescindere dalla forma del corpo materia che la ospita (mi riferisco al corpo terreno, o al corpo sottile che, in mancanza di questo, dovrebbe, secondo le correnti spiritualistiche, ospitare lo spirito).

Dalle comunicazioni medianiche di più elevato livello, si apprende come lo spirito sia una individualità che, al di fuori della dimensione terrena, esiste da sempre e assume, in funzione del mondo in cui sperimenterà di vivere, una particolare forma materiale che ne rappresenta l’involucro, il mezzo fisico d’azione, e che concorre, in base ai propri dati caratteriali, a formare, modificare e completare le note distintive della sua personalità.

In parole povere, secondo questa visione, siamo fatti di materia e di spirito e, quindi, in  noi  sono  presenti  due  livelli  di coscienza. Il primo ci è evidente, riguarda la coscienza del sé e degli altri, dell’ambiente circostante e delle condizioni che definiscono la nostra realtà, la realtà che si manifesta ai nostri cinque sensi e che il nostro intelletto percepisce ed elabora determinando comportamenti finalizzati ad essa. Il secondo livello, più nascosto, ha in sé la consapevolezza dell’universo – o di una parte di esso – dal quale è arrivato sulla Terra, ed è mosso da finalità universali, le medesime che lo hanno motivato a venire sulla Terra.

Nel mondo terreno, la possibilità di esprimersi dello spirito dipenderà della sua possibilità e capacità di incidere sulla coscienza materiale, e ciò gli sarà tanto più facile quanto più fluido ed immediato si rivelerà il dialogo fra le due componenti della coscienza umana, cioè di quanto maggiore sarà l’armonia e la possibilità di scambio fra spirito e materia. E tanto più facile sarà lo scambio, quanto più la materia sarà incline a sottrarsi ad alcuni dei condizionamenti del suo presente, rendendosi così disponibile alla realizzazione di un fine che, obbiettivo di partenza, aveva dimenticato strada facendo.

Ora, tornando alla medianità, secondo questa visione delle cose il fenomeno potrebbe essere letto proprio come una delle più alte manifestazioni di armonia fra spirito e materia che, in perfetta intesa, perseguono il fine di partenza. Fine che, va sottolineato, se è di natura universale sarà, evidentemente, comune a tutte le creature dell’universo.

Secondo questa logica, allora, ognuno è un potenziale medium, ma condizione perché tale potenzialità divenga effetto concreto e palese è che si realizzi la piena armonia fra spirito e materia in modo che quest’ultima, intendendo le ragioni dello spirito, si renda disponibile a lasciargli spazio.

E’ evidente che solo poche persone realizzano questa condizione, e anche di questo la comunicazione medianica può aiutarci a capire il perché. Si potrebbe dire che è una questione di compiti. L’organizzazione dell’universo, cioè, sarebbe tale da prevedere una distribuzione di mansioni fra gli esseri, distribuzione che non prevede alcun ordine gerarchico ma che, semplicemente, si basa su una sorta di efficienza funzionale al perseguimento del fine ultimo, fine a tutti comune.

 

 Il fine universale e il compito del medium

 

 Secondo la visione che stiamo analizzando, ognuno di noi ha un compito nella vita, un vero perchéche giustifica la sua esistenza. E’ un perché che ha origine nella logica universale, e il saperlo riconoscere dipende dalla capacità di ascoltare gli stimoli della propria parte spirituale.

E’ evidente che, realizzando questa condizione, il singolo si ritrova risolta, anche se solo a livello individuale, la più grande questione esistenziale dell’uomo: il perché del suo stesso essere. E’ vero, peraltro, che realizzare a livello sociale questa condizione di consapevolezza significherebbe porre su un piano di progresso e di evoluzione superiore l’intera umanità.

Il compito universale del medium è quello di facilitare, a livello collettivo, questo processo di sensibilizzazione della materia umana, favorendo un percorso di conoscenza e di crescita che si basa, appunto, sul dialogo con la dimensione spirito.

Questo non perché si diventi tutti medium ma, semplicemente, perché ognuno, consapevole del valore della propria vita e della propria funzione, contribuisca alla realizzazione del fine.

Un fine che può essere intuito, più che minuziosamente descritto. La realizzazione di un’armonica unità fra tutte le parti del Creato e tutte le creature, un ritorno a quell’uno, pur nella distinzione di ogni cosa e di ogni individualità, da cui tutto sembra essere scaturito. E questa riunificazione del tutto, se non è da intendersi come l’annullarsi delle distinzioni fra le cose e le persone, non può che prodursi attraverso la piena consapevolezza di ogni essere intelligente della sua origine e dalla realtà universale che lo circonda, e che esiste al di là delle sue possibilità sensoriali di percepirle.

Medium, in un certo senso, si nasce. Tant’è che una delle poche certezze conseguite in materia è la trasmissione genetica della medianità. Ma, ancor prima che sulla terra, medium si nasce in seno ad un progetto umano molto più ampio, che sconfina i limiti della consapevolezza stessa. In poche parole, è lo spirito che, una volta scelto questo compito per la vita terrena, sceglierà anche, individuandone le potenzialità, la materia più idonea a svolgerlo. Sarebbe come dire, in pratica, che lo spirito, e questo riguarderebbe tutti gli spiriti, sceglie i propri genitori, valutando, in base alle caratteristiche genetiche, le proprietà che la materia dovrà possedere in relazione alla funzione che dovrà assumere in vita, indipendentemente dal fatto che questa potrà o meno essere riconosciuta e adeguatamente svolta.

 

 Il medium non è un semplice mezzo

 

 Il medium, quindi, consente all’uomo comune di raccogliere informazioni su parti dell’universo oggi ancora insondabili dai nostri normali mezzi di conoscenza, perché possano poi essere diffuse a livello sociale.

Va chiarito che, in molti casi, le conoscenze non vengono esclusivamente attinte dalle entità colloquianti con gli sperimentatori ma anche, al suo rientro in stato di coscienza vigile, dal medium stesso.

Ciò farebbe allora pensare che il medium, malgrado la tradizionale concezione lo consideri un semplice mezzo, non sia affatto un soggetto passivo che si limita a prestare ad altri la propria corporeità.

La sua passività fisica, infatti, non implica che il suo spirito non abbia possibilità di agire. D’altra parte, se questo spirito si sposta dal corpo per consentire ad altri di entrarvi, come accade nella trance ad incorporazione, è abbastanza logico pensare che non gli restino altre chance: dovrà per forza, a sua volta, entrare nella dimensione universale, la stessa da cui provengono gli spiriti che si esprimeranno per mezzo della sua corporeità.

Questi spostamenti nell’universo, definiti anche viaggi astrali, diventano ulteriori percorsi di indagine e di conoscenza i cui risultati, una volta ripristinate le condizioni di normalità del soggetto, potranno essere esposti dallo stesso in virtù della grande facilità che lo caratterizza di far dialogare fra loro spirito e materia.

 

 La sensitività

 

  Qualche parola ancora deve essere spesa su ciò che comunemente distingue la medianità dalla sensitività. Con il primo termine si intendono definire i casi detti anche di grande medianità, in cui si manifesta la trance ad incorporazione insieme ad altri fenomeni eclatanti come le materializzazioni e le smaterializzazioni di oggetti, la produzione di profumi, la produzione di voci dirette, la levitazione, la bilocazione.

Con il secondo termine si intendono normalmente definire vari livelli di percettibilità, in alcuni casi anche molto profondi e di notevole effetto che, comunque, escludono i fenomeni sopra riportati. La chiaroveggenza, la scrittura automatica, la percezione di presenze spirituali, sono alcune delle manifestazioni espresse dai sensitivi.

Sono del parere, comunque, che questa distinzione abbia un valore squisita-mente di glossario, e che non fornisca gli elementi necessari a definire un soggetto sensitivo piuttosto che medianico. I confini fra le capacità medianiche e quelle sensitive, infatti, si presentano talvolta molto sfumati e, soprattutto, mobili. Pare accertato in più di un caso, infatti, che nei soggetti dotati le capacità progrediscano e si sviluppino nel corso del tempo, così come possono affievolirsi fino a scomparire.

Secondo la messaggistica di alto livello, questo andamento dinamico delle doti dipenderebbe dall’uso che il soggetto ne fa, progredendo quando messe a disposizione degli altri per fini umanitari, regredendo se usate per fini egoistici o materialistici.

Sempre a questo proposito, tuttavia, non vanno dimenticate cause legato allo stato fisiologico del soggetto, che possono ricondursi all’età avanzata o a particolari condizioni patologiche intervenute nel tempo.

In ogni caso, il constatare diversi livelli di fenomenologia può confortare l’idea che in ognuno, anche se in embrione, esistano le condizioni necessarie a risvegliare, se non altro, una maggior capacità di percepire cose su cui normalmente siamo distratti.

A molti, se non a tutti, è comune l’esperienza di un sogno premonitore, della sensazione netta di qualcosa che sta per accadere e che effettivamente si verifica, di sentire un profumo inspiegabile per il luogo e il momento in cui lo si percepisce e anche, semplicemente, di sentire il proprio essere immerso in una insolita armonia che lo ricongiunge al tutto che lo circonda, avvertendo una profondità di sentimenti, emozioni, sensazioni intraducibili in termini logici e razionali.

Forse, in quei momenti, lo spirito e la materia, in piena armonia, stanno dialogando.

 

                           Le qualità di un Medium

Sono uno spirito protettore.

 

Vorrei confermare quanto già è stato detto relativamente all’armonia che deve sussistere tra il medium e lo spirito che comunica attraverso di lui. Per farsi ascoltare è essenziale che gli spiriti agiscano su strumenti che siano a livello della loro risonanza fluidica. Cosa può ottenere un buon musicista con un cattivo strumento? Nulla aimè!  Molti, se non la maggior parte dei medium, sono per noi dei mezzi abbastanza imperfetti. Sappiate che in tutto questo occorre affinità, tanto nei fluidi spirituali che nei fluidi materiali. Affinché gli spiriti evoluti possono rivelarsi a voi, c’è bisogno di medium capaci di vibrare all’unisono con loro, analogamente per le manifestazioni fisiche di alto livello come ad esempio quello che sta accadendo ora nella voce diretta, necessitano di un medium che possegga fluidi materiali della stessa natura di quella degli spiriti. Dovete comprendere che abbiamo bisogno di buon interpreti e che taluni di noi non avendoli incontrati si sono rifiutati di comunicare, e non dimenticate che gli spiriti cosiddetti frivoli, sono numerosi e si approfittano delle vostre facoltà, talvolta con facilità perché parecchi di voi si preoccupano poco di risalire alle vere fonti e confrontare quello che ottengono con quanto avrebbero dovuto ottenere. Regola generale. Allorché un medium espone con immediatezza e competenza argomenti che dovrebbero essere a lui sconosciuti, in quanto palesemente al di fuori dell’educazione che ha ricevuto, è indice che in lui opera uno spirito capace, in grado di agire nella verticalità dei gradi evolutivi. Voi siete stati chiamati a contribuire all’opera degli spiriti e quindi ad assistere il medium che ve ne dona la possibilità. Che il vostro disinteresse e la vostra carità non si indeboliscano mai, perché saranno i segni distintivi con i quali si riconosceranno tra voi i veri spiriti sapienti.

2 Comments

  1. Un articolo ben scritto, efficace e interessante. Grazie

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  2. anni fa ho conosciuto una medium,molto più giovane di me,ci siamo innamorati e per un anno il nostro rapporto è stato di pura magia.quando si è interotto siamo rimasti amici molto affezzionati l’uno all’altra,partecipo asedute medianiche io lei e il suo spirito guiga.ora mi ha chiesto di proteggerla durante le sedute.vorrei avere il ssuo parere vista la conoscenza che lei ha del fenomeno.

    [email protected]
    tel 3200819677

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