Dalla Parapsicologia classica alla Parapsicologia Umanistica ad indirizzo Quantistico
Tratto dall’articolo di Roberto buscaioli sul sito Cenacolo 71
Premessa
Com’è possibile che io possa affrontare una tematica come questa, una tematica che per svilupparsi abbisogna di un supporto di ricerca e di conoscenza scientifica di frontiera qual è, appunto, la fisica quantistica? Debbo supporre di avere o una spiccata predisposizione masochista che mi fa affrontare, con estrema incoscienza, il giudizio dei lettori, o una buona dose di presunzione, oppure… la possibilità di «sentire» una specie di «suggeritore» che mi guida laddove la mia mente si smarrirebbe. Propendo per l’ipotesi del «suggeritore», visto che, in tante occasioni ho potuto constatare la presenza in me di una »voce» attenta, disponibile e informata. Inoltre, in questo percorso cercherò di aiutarmi anche con pubblicazioni scientifiche e divulgative (in virtù del detto: «aiutati che Dio t’aiuta»), augurandomi di avere la possibilità di tradurre in modo comprensibile a tutti ciò che andrò a scoprire e, soprattutto, di avere l’avvertenza di riconoscere i confini conosciuti e verificati dell’argomento che mi appresto ad affrontare.
Comunque vada, chiedo perdono se questo mio scritto risulterà un poco difficile da digerire, ma quando si pretende dalla ricerca parapsicologica, sempre e in ogni occasione, una risposta a 360 gradi (curioso, vero?), sempre documentata e verificabile pena l’indifferenza o la squalifica (singolare, vero?), è chiaro che si deve entrare in ambiti di un certo livello, almeno per avere un minimo di attenzione, credibilità e ascolto. Voglio dire che la nostra ricerca non solo richiede l’impegno e il coraggio che sono richiesti da qualsiasi altra indagine, ma richiede anche la grande forza di affrontare le tante avversità che le si contrappongono, avversità che a volte sembrano l’incarnazione del «male», tanto è l’accanimento che esprimono nei confronti di un impegno e di una divulgazione che hanno come finalità primaria l’aiuto, l’amore e la carità verso gli altri.
Fare del proprio impegno la fonte del bene degli altri richiede grande sacrificio per ottenere, il più delle volte, delusione, amarezza e dolore: in definitiva, fare il «bene» non è altro che una continua lotta con il «male». Ma da questa lotta continua, statene certi, il «bene» ne esce sempre vincitore, perché il «male» non può fare a meno di convertirsi al «bene» nel momento in cui, richiamato ad osservare se stesso e così distratto dalla sua continua ricerca di produrre e, quindi, procurare difficoltà, s’accorge del suo «non essere», del suo «non esistere». Il male, in altre parole, sa benissimo di essere solamente e semplicemente mancanza di bene.
Diciamo, allora, a tutti quelli che ancora non hanno compreso qual è il loro vero bene: «Non consentite ai vostri preconcetti e ai vostri falsi scopi di trascinare il vostro pensiero nella palude della negazione; ciò non sarebbe altro che una vergognosa rinuncia a volere la verità!» E «volere la verità» e «cercarla» non è altro che fare un grande passo verso Dio che ha detto di sé: «Io sono la Verità».
La questione della mente e dello Spirito
La scienza si propone di comprendere la realtà naturale, e la fisica ne è la strada fondamentale.
Oggi i fisici tentano di sviluppare una «teoria unificata» che permetta di dedurre tutte le manifestazioni dell’universo in termini di un’unica entità: il Campo Unificato.
Poiché anche la mente umana appartiene alla realtà, è naturale cercare la relazione tra mente e Campo Unificato, e chiedersi come siano nati la Coscienza e lo Spirito nell’Universo.
Di solito gli scienziati sottintendono che la mente sia un fenomeno secondario (rispetto alle entità fondamentali della fisica), riscontrato solo in organismi complessi come gli animali e le persone, e quindi di esclusiva pertinenza delle scienze biologiche.
Le attuali conoscenze scientifiche, però, ci permettono di superare questa visione riduttiva. Oggi risulta evidente che l’attività mentale è prodotta da processi fisici e chimici che avvengono a livello molecolare, atomico, e probabilmente anche subatomico nel sistema nervoso, cioè a livelli sottili vicini al Campo Unificato.
A questi livelli, la realtà naturale è governata dalla «fisica quantistica» e la materia non ha più il consueto «aspetto solido», ma rivela la sua reale essenza «immateriale» di campi vibranti di energia, che sono qualcosa di «astratto» e più «mentale» che «materiale» (in informatica si direbbe più software, programmi, che hardware, apparecchiature).
Perciò si può supporre che la questione della mente possa trovare un’ovvia spiegazione a questo livello piuttosto che nei tradizionali termini materialistici. Questo implica l’adozione di un nuovo modello concettuale che sostituisca il modello materialistico che ha dominato gli ultimi quattro secoli.
Il nuovo modello darebbe un quadro più chiaro e completo dell’universo e della vita dell’essere umano. In esso la mente rivestirebbe un ruolo di importanza cruciale, poiché sarebbe una manifestazione diretta del Campo Unificato, entità fondamentale della realtà naturale.
Le conseguenze filosofiche sarebbero enormi: la coscienza riacquisterebbe un ruolo di primaria importanza nell’universo, il che darebbe un supporto di natura scientifica alle concezioni basate sullo «spirito» e, quindi, anche alle religioni.
Molti scienziati, come ho detto, contrastano apertamente tale approccio. Ma è facile dimostrare che il loro rifiuto deriva da un giudizio superficiale e da pregiudizi materialistici, legati ad una fisica ottocentesca, che sopravvivono ancora nonostante i progressi della ricerca, e della fisica in particolare, verso stadi più evoluti.
La «Paranormalità» alla luce della Fisica Quantistica
La fisica quantistica sta perfezionando, quindi, delle ipotesi su un possibile Campo Unificato delle quattro forze fondamentali: elettromagnetismo, interazione nucleare forte, interazione nucleare debole, gravitazione.
Campo unificato. Cosa significa campo unificato? In parole povere il campo unificato é lo sfondo in cui le quattro forze note ritrovano un comune denominatore; é la teoria per cui l’intero universo é l’espressione delle stesse onde-particelle che tutto formano e pervadono. Questa é l’interpretazione fisica più evoluta che l’uomo abbia mai concepito sull‘universo: l’idea che ogni cosa in natura sia costituita di una unica di un’unica essenza che, quindi, si trova in cielo, in terra, in ogni luogo. Sto parlando di una concreta ipotesi della fisica, assolutamente credibile per gran parte dei fisici nucleari, e non di un dogma religioso supportato dalla fede. Si avrebbe, dunque, un Dio fisico che tutto genera e in cui tutto ritorna.
Si possono considerare, allora, in parallelo, due argomenti principali della ricerca parapsicologica:
– le conclusioni della filosofia indiana, e vedica in particolare, con accenni a quella cinese e a quella occidentale, greca e moderna sul Brahman (la forza suprema al di sopra di tutte le divinità, Dio): la Coscienza pura, identificabile per molti aspetti con il Campo Unificato dei nuovi fisici, l’assoluto dei filosofi, il Dio delle religioni (conce-pito come esterno al mondo in Occidente, interno al mondo in Oriente), filosofia che è vicina, concettualmente, alle ipotesi sul Campo Unificato (di seguito chiamato CU);
– la Meditazione Trascendentale (di seguito chiamata MT), che avvicina la coscienza individuale al CU, raggiungendo più elevati stati di coscienza, con notevoli effetti sull’ordine mentale e sulla salute fisiologica eliminando gli stress, e con possibili manifestazioni di fenomeni che la ricerca parapsicologica già associa a questi stati di coscienza diversi dalla veglia ordinaria: trance, ipnosi, agonia, meditazione, ecc.
La fisica quantistica è aperta al fenomeno cosiddetto paranormale al contrario, com’è noto, della fisica newtoniana, materialista e meccanicista, erroneamente basata sull’oggettivazione e sulla riduzione (se non sulla totale negazione) dell’elemento coscienza. È opportuno sottolineare, quindi, come l’ostilità manifestata da certi scienziati nei confronti di chi sostiene l’esistenza di fenomeni paranormali sia del tutto ingiustificata e riveli quanto siano ancora forti e radicati i pregiudizi meccanicistici, entro la cui cornice, peraltro, i fenomeni paranormali, effettivamente, non avrebbero grandi possibilità di esistere.
Così, questi scienziati negatori giustificano il loro atteggiamento qualificando i fenomeni paranormali come sconosciuti alla scienza. Giustificazione assolutamente non accettabile dato che non li hanno mai indagati nonostante le ampie casistiche, gli esperimenti, le ipotesi loro offerti dalla ricerca parapsicologica. D’altra parte, la scarsità dei risultati ottenuti dalla parapsicologia nel senso del «riconoscimento ufficiale» è coerente anche, come detto, con la «cornice» materialistica, ostile a tali fenomeni, entro la quale alcuni fisici si orientano ancora.
Da ora, però, con le nuove ipotesi in corso di approfondimento sul CU, la cornice potrebbe cambiare ed allargarsi abbastanza per far posto alla paranormalità, alla sopravvivenza, all’evoluzione della coscienza verso il «divino» (il CU, il Campo Unificato).
Ritengo che i risultati raggiunti dalla ricerca possano già suggerire alla «cornice» positivista di includere l’esistenza dello stesso Dio (CU, Assoluto e altri sinonimi del Tutto) e, conseguentemente, della parapsicologia e della sopravvivenza. Così come noi, ricercatori della parapsicologia, e per quanto mi concerne della Parapsicologia Umanistica, dovremmo, per progredire, essere edotti in fisica quantistica, oltre che avere buone basi di biologia e di psicologia.
Il filo conduttore della nuova visione della realtà è, senza dubbio, l’evoluzione della coscienza verso i suoi stadi più elevati, sempre più prossimi al CU (al divino); evoluzione perseguibile tramite la MT (Meditazione Trascendentale), l’etica ( cioè lo studio della determinazione della condotta umana e della ricerca dei mezzi atti a concretizzarla) e la conoscenza. Questa nuova visione della realtà è molto vicina a quella descritta (ovviamente in termini filosofici, religiosi, mistici) dalla filosofia vedica qualche migliaio di anni fa, mentre solo ora la nuova fisica è risalita al CU con le interpretazioni scientifiche e razionali (anziché intuitive come nella prima) dei fenomeni sub-nucleari e microcosmici quali sono, appunto, i fenomeni paranormali.
Affrontiamo ora la descrizione fisica del processo del nostro pensiero in termini di campi che si generano nel CU, ricordando che noi stessi siamo il CU e che, pertanto, la nostra attività mentale genera, ovviamente, onde nello stesso CU.
Poiché il CU è presente dappertutto (esso dà origine a tutto) e rappresenta il punto d’unione di tutte le cose, è possibile supporre che questi «campi di pensiero» si propaghino al livello del CU (o molto vicino ad esso) anche all’esterno del nostro organismo e che possano influenzare direttamente anche altre persone o altri oggetti. Ciò naturalmente sembra del tutto impossibile nella vecchia concezione cartesiana (caratterizzata dalla razionalità) che purtroppo domina ancora la nostra cultura e la nostra mentalità; comunque è del tutto possibile nella nuova concezione, e potrebbe, perciò, spiegare anche l’esistenza dei fenomeni paranormali.
A questo punto non ci dobbiamo più meravigliare dell’esistenza di alcuni fenomeni al di fuori di quelli cui siamo abituati o, comunque, non siamo più autorizzati ad obiettare: «Non è possibile! È antiscientifico! È proibito dalle leggi della fisica!…».
Nel corso della nostra ricerca, molte volte assistiamo alla materializzazione di oggetti che apparentemente, vengono dal «nulla» o alla guarigione di malati. Nella concezione che sto cercando di presentare, è possibile trovare una spiegazione fisica – e non miracolistica – a tali fenomeni. Per quanto mi riguarda, i miracoli sono semplicemente fenomeni naturali ai quali potrebbe essere data, già oggi, una spiegazione fisica.
Partiamo dalla mia possibilità di attrarre l’energia, come avviene quando sono nello stato di trance. In quel momento la mia capacità energetica è tanto potente che i campi virtuali (virtuali in quanto esistono in potenza, ma non sono ancora in atto) che io genero nel CU, e rendo reali, si «materializzano» all’esterno del mio corpo negli oggetti desiderati (desiderati, ovviamente, dal CU e materializzati tramite il mio campo energetico). Cos’è avvenuto? È avvenuta l’identità tra CU e pura coscienza.
La levitazione, ad esempio, cioè la capacità di alzarsi da terra senza alcuna forza evidente, dimostra le dinamiche del livello più fondamentale della natura: il CU, appunto. Solo a livello del CU può esserci quel comando naturale sulla struttura della geometria spazio-temporale che può permettere il prodursi del fenomeno della levitazione.
Le teorie classiche della gravitazione, come la gravità newtoniana e la relatività generale di Einstein, non possono spiegare la levitazione, o «volo yogico» come viene definito in India. Invece, la gravità quantistica può farlo.
La «gravità quantistica» è una teoria della gravità che ordinariamente si applica alla natura fisica della scala del CU. Questo è un livello di funzionamento della natura che si pone a priori della geometria spazio-temporale classica. A questo livello, la geometria spazio-temporale classica viene generata dinamicamente. È possibile, attraverso la generazione di una sostenuta influenza coerente, cioè armonizzante a livello del CU, modificare la curvatura locale della curvatura dello spazio-tempo in modo tale che il corpo riesce a volare.
La «gravità quantistica» è una teoria della gravità che ordinariamente si applica alla natura fisica della scala del CU. Questo è un livello di funzionamento della natura che si pone a priori della geometria spazio-temporale classica. A questo livello, la geometria spazio-temporale classica viene generata dinamicamente. È possibile, attraverso la generazione di una sostenuta influenza coerente, cioè armonizzante a livello del CU, modificare la curvatura locale della curvatura dello spazio-tempo in modo tale che il corpo riesce a volare.
Un accenno alle guarigioni suggerisce di considerare mente e corpo intimamente connessi ed entrambi generati da un’unica rete di intelligenza quantistica. Dalle ultime scoperte in campo biologico e medico, si rende davvero inevitabile accettare che la mente costruisca il corpo (ovvero lo crei), e non solo il viceversa. Una caratteristica notevole della MT (Meditazione Trascendentale) è il rallentamento del processo dell’invecchiamento, come dimostrato da molte ricerche fisiologiche e psicologiche. Ciò è comprensibile se ricordiamo che la MT permette il contatto col CU, al cui livello il disordine cosmico non esiste.
Un altro fenomeno che riscontriamo nel corso delle nostre sperimentazioni è l’esperienza spontanea di «coscienza cosmica», o esperienza mistica o estatica, o di «culmine» o «limite», o di «perfetta armonia» o di «unicità d’intenti». Tutti «sinonimi», questi, per indicare lo «stato di unità» a cui si perviene.
Nello «stato di unità» si percepisce direttamente la propria identità con l’intero universo. In esso, non esiste più soggettivo e oggettivo, interno o esterno, ma tutto è Uno; non vi è più la minima traccia di sofferenza e si raggiunge la realizzazione totale, lo scopo della vita dell’essere umano.
A proposito degli «stati di coscienza» desidero riportare, in ordine numerico crescente, la classificazione che ne fa il filosofo della scienza e fisico scozzese Norman Robert Campbell: il sonno (1°), il sogno (2°), la veglia (3°), la trascendenza (4°), la coscienza (5°), la coscienza cosmica (6°), la super-coscienza (7°), ovvero la realizzazione, lo «stato di Unità» con il divino, il CU.
Nelle esperienze spontanee di coscienza cosmica, note alla parapsicologia, si percepiscono talvolta gli oggetti materiali come luminosi, vibranti, quasi «viventi», perfetti…; questo significa che l’evoluzione della coscienza va nella direzione della spiritualità.
E cos’è l’evoluzione della coscienza? Una gradazione della consapevolezza di sé, cioè dell’autocoscienza: infinitesimale nella materia inerte, piccola nei vegetali, maggiore negli animali, massima nelle persone, ma ancora superiore negli stati più elevati di coscienza, infinita a livello CU. Stati successivi di consapevolezza e di percezione, quindi, che vanno dalle forme più semplici (vegetali, animali, umane) verso stati superiori; un cammino che parte dagli stati inferiori già noti, quali il sonno, il sogno, la veglia, per raggiungere stati superiori futuri che possono essere raggiunti in tre modi diversi:
1. Evoluzione naturale biopsichica, giunta già nell’uomo al terzo stato (veglia) e che, in futuro, gradualmente si estenderà al quarto (trascendenza, o «illuminazione»), con conseguente normalizzazione della percezione extrasensoriale ( i sensitivi, i santi, i supersensitivi, sono in forte anticipo rispetto all’evoluzione naturale futura della coscienza nel mondo fisico).
2. Evoluzione «accelerata» secondo natura, con comportamenti o tecniche particolari che rispettano e migliorano la salute: il controllo del respiro, una alimentazione moderata, la meditazione accompagnata da dialoghi e ascolti di gruppo, ecc. Con questi metodi si possono raggiungere in breve tempo gli stati superiori, a condizione che non si perda di vista la meta finale ( lo «stato di Unità», il CU) con comportamenti tendenti al protagonismo, alla prevaricazione, alla presunzione, ecc.
3. Evoluzione spirituale ultraterrena. Già nel momento del trapasso, le persone, specie se evolute moralmente, diventano «sensitivi», cioè hanno «visioni in punto di morte». Esistono numerosi indizi, teorici e non, di normale paranormalità nelle persone in punto di morte: ipotesi parapsicologiche (riportate da Rhine, Chari), teologiche (S. Tommaso Weisinger), teorie religiose (Libro Tibetano dei morti), credenze tribali (i Bantù Doula, secondo i quali «l’uomo dispone di quattro occhi: due aperti sul mondo dei viventi, che si chiudono al momento della morte, e due che si apriranno solo dopo il trapasso, sul regno degli antenati, così da assicurare la continuità tra la vita e la morte»).
Si tratta dei cosiddetti stati alterati di coscienza, cioè diversi da quelli normali. E se questi stati alterati sono superiori alla veglia, spesso sono causa e concausa di fenomeni paranormali, raggiungibili con la MT o con la «trance». Essi rappresentano, quindi, un interesse sperimentale per noi del Cenacolo 71, per verificare questi stati di coscienza, e i fenomeni paranormali ad essi collegati, direttamente e personalmente.
La paranormalità post-mortem, cioè tutto ciò che appare udibile, visibile e tangibile della persona trapassata, si potrebbe spiegare nel seguente modo, compatibile con la teoria quantistica del CU.
Con la morte, la coscienza, separata dal corpo fisico ma insieme al «corpo sottile» (o Spirito), si eleva naturalmente (cioè senza la MT o la «trance») al 4° stato (quello della trascendenza), associandosi ad un livello vibratorio del CU diverso da quello terreno, con la conseguenza di paranormalità costante, serenità, pace e salute piena del «corpo sottile».
Il miracolo di una guarigione attribuito ad un Santo, ad esempio, la cui coscienza sarebbe già al 6°-7° livello, non potrebbe essere una forte «ricarica» dell’organismo malato tramite il Santo stesso, o una sua reliquia, o un suo Santuario, o sotto un intenso stimolo di fede quale la preghiera del malato stesso o dei suoi familiari? Un argomento, questo, che appassionerà in futuro, quando finalmente si avrà una «medicina quantistica».
Paranormalità e santità (santità in senso lato, cioè una forte super-paranormalità comune a tutti gli esseri di tutte le religioni: i Santi cristiani, gli antichi Rishi dei Veda, i santoni Yoga o Guru antichi e moderni orientali, i mistici sufi dell’Islam, i grandi medium; e a livello intermedio i sensitivi, i sacerdoti, gli sciamani siberiani, gli stregoni negri, ecc.) si possono, quindi, collocare come aspetti della percezione e dell’azione, sensoriale-strumentale, o muscolare, nei viventi normali, extrasensoriale, o extracorporea, nei sensitivi viventi, nei morenti e nei trapassati.
Nei Santi, così come nei grandi Medium, invece, più evoluti rispetto ai primi in terra e in cielo, cioè posti, viventi o trapassati, nei livelli più prossimi al CU, si avrebbero conoscenze divine o «rivelazioni» sotto l’aspetto percettivo-cognitivo, e «miracoli» sotto l’aspetto della volontà e dell’azione; condizione, questa, a cavallo tra l’evoluzione biopsichica terrena di oggi e quella futura, che probabilmente ricalcherà, come modello di riferimento, il succedersi degli stati di coscienza, dal terzo attuale (veglia) ai successivi.
La ricerca parapsicologica portata avanti con metodo e serietà, conduce al raggiungimento, già qui e ora, sul cammino terreno, del settimo stato di «Unità», e non come semplice e temporaneo contatto come avviene tramite la disciplina Yoga o la Meditazione Trascendentale o nei casi spontanei di coscienza cosmica, ma in modo costante e in ogni momento della nostra esistenza terrena. Tale ricerca, inoltre, favorisce l’evoluzione ultraterrena tramite la conoscenza divina e le beatitudini provate nel corso delle sperimentazioni, delle quali si desidera poi fortemente la ripetizione costante e programmata, a condizione che si faccia qualcosa per favorirla e, soprattutto, che si capisca bene che cosa farne: «altruismo, bontà, amore», messaggio base di tutte le religioni e viale principale che conduce al divino. In queste esperienze si scopre il senso della vita, lo scopo dell’essere e il perché di essere.
In termini quantistici, la coscienza, emanata dal Campo Unificato (coscienza pura, assoluta) come semplice vibrazione, ritorna adesso alla fine della progressione attraverso tutti gli stadi (dal «sonno» all’Unità) ricca di esperienze, di conoscenze e, soprattutto, con la massima consapevolezza di sé. Essa, nel suo faticoso cammino, passa per l’attuale condizione umana, per la paranormalità e la santità terrene e, alla fine della «traversata della materia», passa per la paranormalità e la santità ultraterrene (la traversata dell’altra materia «più sottile», quella dello Spirito). Una volta abbandonata la prima traversata, quella della materia terrena, la sua evoluzione diventa più sensibile e veloce, soprattutto se sostenuta dalla conoscenza, dalla volontà e dal desiderio di evolvere. Condizioni, queste, soggette in buona misura alla continuità di contatto e di dialogo con l’ambiente terreno dopo il trapasso.
L’evoluzione della coscienza, quindi, passa attraverso continue spinte quali: l’attrazione per la filosofia, per la parapsicologia, per la religione, ma anche per la poesia, per l’arte, ed in futuro anche per una nuova scienza orientata in questa direzione (come la fisica quantistica), spinte che la coscienza semi-risvegliata dà a se stessa per risvegliarsi lentamente del tutto.
Con una collaborazione futura tra parapsicologia e fisica quantistica, sarà possibile una riconosciuta «parapsicologia quantistica», così come potrebbero essere analogamente possibili una «medicina quantistica», una «biologia quantistica» una «psicologia quantistica» (relativa ai normali livelli di coscienza e ai loro rapporti col CU – essendo i livelli «superiori» di competenza della «parapsicologia quantistica» qui brevemente abbozzata -, scienze che acquisterebbero, così, un linguaggio unitario comune, basato sulle diverse manifestazioni micro e macro-cosmiche del CU, dei suoi campi secondari e dei rapporti fra essi.
Anche altre scienze, come la politica, l’economia, l’ecologia, si baserebbero sulla una nuova etica che la conoscenza del CU potrebbe suggerire, ben diversa da quella attuale del profitto, dello sfruttamento incontrollato delle risorse planetarie, ecc.
E, infine, tutte le filosofie e le religioni potrebbero confluire in un’unica visione della realtà, basata sul CU e sui suoi effetti (materia e coscienza) e sui fenomeni da queste prodotti.
Tutto ciò potrebbe accadere se solo si considerasse che il Campo Unificato, questa Unità creativa, é intelligente, e che questa infinita e sofisticata intelligenza tutto pervade seppure in misura diversa. Le cose ad un tratto si sistemerebbero: l’evoluzione tornerebbe ad essere tale, le religioni ritroverebbero la loro origine, la filosofia incontrerebbe le risposte ai suoi eterni perché, lo studio della psiche potrebbe ripartire con vigore, il pensiero e la sua forma più “sottile”, ovvero la coscienza, comprenderebbero se stessi. Tutto andrebbe a posto anche per i fisici che ritroverebbero il loro universo materiale e immateriale nello stesso tempo. L’intera umanità osserverebbe i reali valori in questo sistema di riferimento e in essi si riverserebbe in una grande purificazione di rinnovamento, benessere e felicità.
La fine del materialismo
La fisica non giustifica più l’immagine di un mondo-macchina. La concezione scientifica della realtà è completamente cambiata: la relatività di Einstein ha mostrato che a livelli sottili di analisi la materia si riduce ad una forma di energia.
In seguito la meccanica quantistica (o fisica quantistica), sviluppata da Bohr, Heisenberg, Schrödinger ed altri grandi fisici, ha mostrato che tale energia manifesta proprietà ondulatorie, che esiste nelle leggi naturali un margine per un “libero arbitrio della natura (l’indeterminazione)», e che il sistema osservato si adatta al tipo di osservazione condotta. Questo significa che le proprietà «oggettive” del sistema non sono definite esattamente prima dell’osservazione ma sono in parte determinate dall’osservatore. Questo è un punto cruciale, che assilla molti fisici poiché rende essenziale la presenza dell’osservatore cosciente per l’esistenza stessa del mondo fisico.
L’intelligenza insita nella natura
Procedendo dal familiare livello visibile fino al livello molecolare, la nozione tradizionale di “materia” è valida, ma a livello atomico troviamo una realtà diversa. Che cosa c’è dentro gli atomi? Generalmente si risponde che vi sono delle particelle materiali in movimento (gli elettroni, il nucleo), ma di fatto si tratta di campi di energia, ovvero di un qualcosa la cui essenza è «l’informazione” e che può perfino essere chiamato «l’intelligenza”: oggi questo vocabolo viene evitato, ma in realtà è più attendibile di “materia inerte”.
Oggi si sta dimostrando che i diversi campì fondamentali (gravitazionale, elettromagnetico, nucleari forte e debole) sono aspetti diversi dello stesso “Campo Unificato”.
Le convinzioni dei grandi fisici quantistici
Il fisico tedesco Werner Karl Heisenberg, interpretando le scoperte della fisica quantistica, dichiarò espressamente che il materialismo non è più accettabile e che la fisica moderna ci ha portati verso «l’idealismo”, ovvero la concezione filosofica secondo cui la realtà si fonda sulle «idee” e sullo «spirito”. Egli capovolse perfino le convinzioni tradizionali, definendo «ingenua” la visione materialistica.
Il fisico austriaco Erwin Schrödinger si spinse ancora oltre. Egli notò che la scienza si basa «sull’oggettivazione” e tende a dimenticare la figura del soggetto cosciente che rimane fuori del quadro oggettivo costruito intellettualmente dallo scienziato. Ma, in realtà, il soggetto è «l’anima” che pervade tale quadro, sebbene la scienza non lo scorga (così come in una fotografia non si vede la macchina fotografica che l’ha scattata).
Lo Spirito”, secondo Schrödinger, è l’essenza stessa dell’universo, poiché il soggetto ed il mondo da lui percepito sono la stessa cosa (così come la pellicola e l’immagine che essa contiene sono la stessa cosa). Inoltre Schrödinger praticamente anticipò di decenni quello che in astronomia viene chiamato “principio antropico” (relativo all’uomo), ma che potrebbe chiamarsi “principio spirituale”. Basato su indizi non banali, esso ipotizza che l’universo potrebbe essere nato allo scopo specifico di ospitare esseri coscienti.
Il fisico danese Niels Bohr notò un’affinità evidente tra fenomeni psichici e fenomeni quantistici, e capì che il funzionamento della mente doveva essere spiegato dalla nuova fisica quantistica (sebbene la psicologia occidentale continui ad ispirarsi ai vecchi modelli meccanicistici).
Spirito e Campo Unificato
Certi fenomeni quantistici pongono forti restrizioni al concetto di «oggettività” dell’universo e mettono in discussione il concetto stesso di “realtà”. Per esempio, un elettrone appare come una particella se vogliamo rivelarla come particella, o come un’onda se vogliamo rivelarla come un’onda, e non esiste come una entità puramente “oggettiva”. Questa è una caratteristica intrinseca dell’ambito quantistico.
Secondo alcuni fisici occorre un nuovo concetto modificato di «oggettività”, in cui l’osservatore cosciente contribuisca (sia pure in misura limitata) a determinare le proprietà della realtà.
Considerando tutto quanto detto finora (e ne ho dette di cose, vero?), è ragionevole chiedersi se la “Coscienza” sia una proprietà del campo unificato stesso, ovvero se il campo unificato contenga sintomi di coscienza. Questo è il nuovo campo di ricerca in cui opera la MERU, Maharishi European Research University. La MERU studia le caratteristiche fisiche dell’attività mentale utilizzando alcune tecniche di meditazione insegnate da Maharishi Mahesh Yogi, Maestro di filosofia indiana laureato in fisica. Tali tecniche rendono ordinata l’attività encefalografica e producono benefiche conseguenze psicologiche e fisiologiche, come dimostrato da numerose ricerche condotte da Università di tutto il mondo.
La spiegazione dell’universo proposta dalla MERU è «olistica”.. cioè «unitaria», capace di spiegare partendo da un solo principio qualsiasi cosa nell’universo, anche lo spirito. Per la MERU il mondo rivela un’intrinseca intelligenza, per cui non vi possono essere contrasti tra scienza e religione.
L’universo è creato dallo spirito, che rivela se stesso a se stesso in maniera ordinata, apparendo contemporaneamente come soggetto conoscente, oggetto percepito e legge naturale che governa le varie interazioni.
Tutto questo non è una semplice filosofia astratta né un primo approccio alla cosiddetta «spiritualità” della fisica, ma intende essere una teoria scientifica completa, coerente e aperta a verifiche. A questa concezione, che apre prospettive ottimistiche per l’umanità, aderiscono già vari celebri scienziati.
Purtroppo i pregiudizi verso questo approccio sono molto forti, poiché la scienza tradizionale è nata su di un principio materialistico e vede il mondo in modo impersonale. Il quadro arido che ne consegue è dovuto solo al particolare atteggiamento adottato («oggettivazione”) e non alle reali caratteristiche della natura. Esso non può spiegare in modo convincente come siano nate la vita e la mente nell’universo dalla cosiddetta “materia inerte”, ovvero come possa essere nato l’ordine dal disordine, l’intelligenza dal caos.
L’essere umano ha avuto un grande privilegio: quello di essere molto vicino al CU, cioè alla grande luce della Pura Coscienza. E il CU, attraverso noi, ha consapevolezza: noi siamo il suo specchio, creati e arricchiti di una scintilla di intelligenza universale. Siamo miliardi di cellule evolute, dotate di intelligenza e di relativamente libero arbitrio; mezzi, questi, per l’ulteriore ascesa verso la Luce e l’Amore.
Un sogno di «unità» nel mondo delle divisioni? Forse. Intanto, cominciamo con la «parapsicologia quantistica», anche per dare l’esempio.
Rivolgo ai parapsicologi spiritualisti di frontiera l’invito a continuare, documentare e approfondire questo possibile aggancio di reciproca collaborazione con la nuova fisica, anch’essa ancora eretica nel suo campo ma destinata in futuro ad affermarsi perché aperta alle verità prime ed ultime. Verità che anche noi, Cenacolo 71, andiamo cercando e che sappiamo non essere tutte in questo mondo dove, invece, altri le vanno invano cercando (se veramente le cercano!).
«Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv.11,30), aveva detto Gesù, come pure aveva soggiunto: «Io sono nel Padre e il Padre è in me» (Gv.14,109): ecco l’Unità di Luce e Amore, il Campo Unificato che tutto crea, permea e accoglie.
Roberto Buscaioli