Parapsicologia

Posted By Admin on Gen 7, 2017 | 0 comments


 

La parapsicologia (più raramente detta metapsichica) è la disciplina che si propone di studiare con metodi scientifici tre categorie di fenomeni anomali: poteri psichici, interazione tra mente e materia e sopravvivenza alla morte. La parapsicologia non è lo studio di ogni fenomeno paranormale[1], nonostante si occupi di dimensioni e di fenomeni inerenti a processi estranei alle comuni e note leggi fisiche e alle esperienze sensoriali, ma comunque attribuibili alla psiche dell’uomo[2]. Alcune organizzazioni, come l’Associazione Parapsicologica (Parapsychological Association, Inc.), sostengono l’esistenza di talune forme di abilità psichiche paranormali in base ai risultati dei loro test[1].

La comunità scientifica tuttavia non ritiene provata l’esistenza di fenomeni paranormali. Oggetto di critica sono sia i metodi utilizzati negli studi, sia i risultati ottenuti. La comunità scientifica ed accademica è unanimemente schierata nel considerare la parapsicologia una pseudoscienza vista la mancanza, in più di un secolo di ricerche, di alcun tipo di prova oggettivamente verificabile circa l’esistenza di abilità paranormali.

Il termine parapsicologia fu coniato intorno al 1889 dallo psicologo Max Dessoir. Il termine fu poi adottato da J.B.Rhine nel 1930 in luogo di “ricerca psichica” al fine di indicare un significativo discostamento dalle metodologie di laboratorio allora utilizzate[13] Il termine deriva dal greco παρά (para) e psicologia. I parapsicologi indicano i fenomeni psichici oggetto della loro ricerca con il termine “Psi”, termine che intende essere descrittivo senza che vi sia sotteso un meccanismo[14].

Il filosofo e psicologo americano American William James (1842-1910) fu tra i primi a effettuare ricerche nel campo della parapsicologia

Gli albori

Nel 1882 venne fondata a Londra la Society for Psychical Research (SPR). La istituzione di tale società fu il primo passo che gli scienziati fecero per organizzarsi al fine di investigare i fenomeni paranormali. I primi associati furono filosofi, studenti, scienziati, educatori e politici come Henry Sidgwick, Arthur Balfour, William Crookes, Rufus Osgood Mason and Charles Richet.[15]. L’SPR distinse i propri studi in diverse aree: telepatia, ipnosi, fenomeni di Reichenbach, esperienze di apparazioni, e gli aspetti psichici dello spiritismo. Uno dei primi lavori svolti dall’SPR fu il “censimento delle allucinazioni” volto a ricercare esperienze di apparizioni e allucinazioni in persone sane prive di problemi psichici. Tale ricerca fu il primo tentativo di dare una valutazione statistica dei fenomeni paranormali; la successiva pubblicazione del rapporto, nel 1886, Phantasms of the Living costituisce ancora oggi un fonte importante per la ricerca parapsicologica. L’SPR divenne un modello per altre associazioni simili che sorsero in altri paese europei e negli Stati Uniti d’America verso la fine del XIX secolo. Nel 1885 a New York City nacque l’American Society for Psychical Research (ASPR) soprattutto grazie al supporto dello psicologo William James[16].

Oggi sia la SPR che la ASPR continuano le loro ricerche su fenomeni psi. Il fine della SPR è dichiarato in ogni numero del proprio giornale: esaminare senza pregiudizio e con spirito scientifico quelle facoltà dell’uomo, reali o supposte, che appaiono inespicabili a qualsiasi ricognizione generale.

L’era di Rhine

Nel 1911 la Stanford University divenne il primo istituto accademico negli Stati Uniti a studiare la percezione extrasensoriale (ESP) e la psicocinesi in laboratorio. I lavori erano guidati dallo psicologo John Edgar Coover. Nel 1930 la Duke University divenne la seconda maggiore università a indagare criticamente i presunti fenomeni ESP e la psicocinesi. Sotto la guida dello psicologo William McDougall e con l’aiuto di altri come Karl Zener, Joseph B. Rhine, and Louisa E. Rhine e utilizzando dei volontari scelti tra gli studenti, il laboratorio divenne operativo. Al contrario del tradizionale approccio della ricerca psichica che generalmente richiedeva “prove qualitative” per i fenomeni paranormali, gli esperimenti alla Duke University puntarono alla ricerca “quantitativa”, usando un approccio statistico con le carte Zener e i dadi. Conseguenza di questi esperimenti alla Duke fu che tale tipo di metodo fu adottato in larga parte del mondo da chi indagava i fenomeni paranormali[16].

Il libro pubblicato da Rhine, New Frontiers of the Mind (1937), fece conoscere al mondo le risultanze dei lavori svolti nel laboratorio. Nel suo libro Rhine utilizzava largamente la parola “parapsicologia” per descrivere le ricerche condotte alla Duke. Rhine inoltre fondò un autonomo laboratorio di parapsicologia all’interno della Duke e iniziò a pubblicare il Journal of Parapsychology del quale era coeditore McDougall[16].

Gli esperimenti alla Duke attirarono molte critiche dagli psicologi che si tacciarono tali studi di mancare di prove circa l’esistenza dell’ESP. Rhine e i suoi colleghi cercarono di indirizzare queste critiche verso nuovi esperimenti, articoli e libri e riassunse le critiche e le sue risposte al riguardo in un libro: Extra-Sensory Perception After Sixty Years.[18] Il consiglio direttivo della Duke University ebbe nel tempo sempre meno interesse verso la parapsicologia, e dopo il pensionamento di Rhine nel 1965, ogni collegamento tra ricerca parapsicologica e l’università venne meno. In seguito Rhine diede vita alla Foundation for Research on the Nature of Man (FRNM) e all’Institute for Parapsychology per continuare i lavori svolti nel laboratorio della Duke[16]. Nel 1995, centenario della nascita di Rhine, l’FRNM fu rinominato Rhine Research Center che ha come scopo quello di implementare la condizione umana creando una consapevolezza scientifica su quelle abilità e capacità sensitive che sembrano trascendere gli ordinari limiti dello spazio e del tempo[19].

La fondazione dell’Associazione Parapsicologica

L’Associazione Parapsicologica (PA) fu creata a Durham in North Carolina il 19 giugno del 1957. La sua istituzione fu proposta da J. B. Rhine in un workshop sulla parapsicologia tenuto nel laboratorio della Duke University. Il fine dell’associazione, così come descritto nello statuto, è “promuovere la parapsicologia a scienza, diffondere la conoscenza di essa e integrare le scoperte con quelle compiute in altri campi scientifici”[20].

Sotto la direzione di Margaret Mead, l’associazione fece grandi passi in avanti nel campo della parapsicologia e nel 1969 divenne affiliata della American Association for the Advancement of Science (AAAS), la più grande associazione scientifica del mondo.[21]. Nel 1979 il fisico John A. Wheeler affermò che la parapsicologia è una pseudoscienza e che quindi l’affiliazione all’AAAS andava riconsiderata[22]. Tuttavia la richiesta di Wheeler non ebbe successo[22]. Oggi, l’Associazione Parapsicologica conta 300 aderenti tra associati e affiliati e mantiene la sua affiliazione all’AAAS[23]. Il convegno annuale dell’AAAS prevede un forum dove i parapsicologi possono presentare le proprie ricerche agli scienziati di altre aree e portare avanti la parapsicologia nell’attività di lobbismo sulle linee di condotta nazionali relative alla scienza[23].

Gli anni settanta e l’incremento delle ricerche

L’affiliazione della Parapsychological Association all’American Association for the Advancement of Science unitamente alla generale apertura verso i fenomeni psichici e all’occulto segno gli anni settanta come il decennio caratterizzato dall’incremento delle ricerche nel campo parapsicologico. In questi anni venne fondate altre importanti organizzazioni: l’Academy of Religion and Psychical Research, l’Institute of Noetic Sciences (1973), la International Kirlian Research Association (1975), e il Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory (1979). Il lavoro sulla parapsicologia fu altresì svolto nello Stanford Research Institute (SRI).[13]. Gli stessi scopi della ricerca parapsicologica furono ampliati. Lo psichiatra Ian Stevenson condusse gran parte delle proprie discusse ricerche sulla reincarnazione durante questi anni. Lo psicologo Thelma Moss impiego molto del suo tempo nello studio dell’effetto Kirlian nel laboratorio parapsicologico di UCLA. L’influenza di maestri spirituali provenienti dall’Asia e le loro affermazioni sui poteri prodotti dalla meditazione, spinse la ricerca verso gli “stati alterati della coscienza”. Il direttore dell’American Society for Psychical Research, Karlis Osis, condusse esperimenti sulle esperienze extracorporee e sui segnali astrali. Il fisico Russell Targ coniò il termine “visualizzazione remota” (remote viewing) per utilizzarlo nelle sue ricerche psi nel 1974[13].

In quegli anni anche gli accademici che non si occupavano di parapsicologia sembravano ottimisti sulle ricerche che si stavano conducendo. Nel 1979 un sondaggio tra più di 1100 professori universitari negli Stati Uniti mise in luce come solo il 2% degli psicologi ritenesse la percezione extrasensoriale impossibile. Una più alta percentuale (34%) riteneva che i fenomeni ESP fossero già provati o che comunque fosse possibile provarli. In un’altra area di studio la percentuale fu perfino più alta: il 55% di coloro che si occupavano di scienze naturali, il 66% di coloro che si occupavano di scienze sociali (esclusi gli psicologi) e il 77% degli insegnanti d’arte e di materie umanistiche riteneva che fosse utile compiere ricerche sull’ESP[24]. I sondaggi sul paranormale continuarono attraverso gli anni settanta sino agli inizi degli anni ottanta. Proprio all’inizio degli anni ottanta la Parapsychological Association affermò di avere ricercatori affiliati in più di trenta Stati. Inoltre, analoghe ricerche erano condotte da ricercatori non affiliati alla PA nell’Europa dell’est e in Unione Sovietica[13].

La parapsicologia oggi

Dagli anni settanta in poi la considerazione per le ricerche parapsicologiche è andata via via scemando. Le prime ricerche furono considerate inconcludenti e i parapsicologi si trovarono di fronte la forte opposizione dei loro colleghi accademici[13]. Alcuni effetti che sembravano essere paranormali, ad esempio l’effetto Kirlian, scomparvero quando furono testati sotto stretto controllo, lasciando quindi queste ricerche ad un punto morto[13]. Molti laboratori di ricerca statunitensi furono chiusi, citando come ragione la mancanza di accettazione da parte della scienza e lasciando così la ricerca parapsicologica confinata nelle istituzioni private finanziate con fondi privati[13]. Dopo ventotto anni di ricerche il Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory ha chiuso i propri laboratori nel 2007[25].

Due università negli Stati Uniti hanno ancora dei laboratori per la parapsicologia: il dipartimento per gli studi percettivi, che è una unità del dipartimento di medicina psichiatrica dell’università della Virginia, studia la possibilità di una permanenza del conscio dopo la morte del corpo; il laboratorio Veritas dell’Università dell’Arizona conduce ricerche sui medium. Varie istituzioni private, incluso l’Institute of Noetic Sciences, conducono e promuovono la ricerca parapsicologica. La Gran Bretagna è leader in Europa nella ricerca parapsicologica con privati che hanno fondato laboratori all’interno della Università di Edimburgo, della Universita di Northampton, e della Liverpool Hope University, ed anche in diverse altre[25]. Le ricerche parapsicologiche inoltre hanno trovato incremento anche in alcune sub-discipline della psicologia. Un esempio ne è la psicologia transpersonale che si propone di studiare gli aspetti trascendenti o spirituali della mente umana e anomalie psicologiche, analizzando credenze paranormali ed esperienze soggettive anomale con i tradizionali strumenti della psicologia[25][26]

La parapsicologia studia un certo numero di apparenti fenomeni paranormali, tra i quali:

  • Telepatia: il trasferimento di informazioni o sensazioni attraverso il pensiero tra gli individui non ricorrendo ai classici cinque sensi.
  • Percezione extrasensoriale (ESP): percezioni che non possono essere attribuite ai cinque sensi
  • Chiaroveggenza: capacità di acquisire conoscenze di eventi, luoghi o oggetti, che possono essere lontani (nel tempo o nello spazio) oppure nascosti, attraverso una presunta percezione extrasensoriale
  • Psicocinesi: l’abilità della mente di influenzare la materia, il tempo o l’energia
  • Reincarnazione: rinascita dell’anima in nuovo corpo dopo la morte

La Parapsychological Association sottolinea come il campo d’interesse non abbraccia tutti i fenomeni paranormali e così anche non si interessa di astrologia, UFO, vampiri, alchimia o stregoneria[1].

I parapsicologi impiegano una moltitudine di approcci nelle loro ricerche che includono approcci qualitativi come la tradizionale psicologia ma anche metodologie quantitative empiriche. I loro studi più contestati utilizzano la meta-analisi per esaminare prove statistiche dei fenomeni paranormali.

Esperimenti Ganzfeld Partecipante di un esperimento Ganzfeld i cui proponenti sostengono mostrino prove di telepatia.

Gli esperimenti Ganzfeld (in tedesco significa “intero campo”) sono una tecnica usata per testare le presunte capacità telepatiche di un soggetto. La tecnica fu sviluppata per mettere velocemente in silenzio il “rumore mentale” utilizzando una leggera copertura che nascondesse l’ambiente alla vista e all’udito. L’isolamento del senso della vista è solitamente ottenuto creando una luce rossa soffusa. L’udito è invece bloccato con “rumore bianco” o suoni similari. Il soggetto inoltre è di solito seduto con la schiena reclinata in una posizione confortevole per minimizzare il senso del tatto.

In un tipico esperimento ganzfeld, il “mittente” e il “ricevente” sono isolati[27]. Al mittente è mostrato un video o immagini e gli viene chiesto di inviarle mentalmente al ricevente. A questi, mentre si trova nello stato “ganzfeld”, viene chiesto di parlare a voce alta dei propri processi mentali, incluso le immagini, i pensieri e ciò che sente; alla fine del periodo di “invio”, tipicamente lungo dai venti ai quaranta minuti, il ricevente viene tirato fuori dallo stato ganzfeld e gli vengono mostrate quattro immagini o dei video, uno solo dei quali è quello visualizzato dal mittente. Il ricevente prova quindi a indicare quella giusta utilizzando le percezioni avute durante l’isolamento. Secondo i parapsicologi Dean Radin, Charles Honorton, e Daryl Bem i risultati dell’esperimento condotti complessivamente in più di tremila sessioni da due dozzine di ricercatori nel mondo indicherebbe che l’immagine corretta è individuata più spesso di quanto ci si aspetterebbe in base al caso[28]. L’affermazione fatta dai parapsicologi su tali dati che sono da loro stati definiti statisticamente significativi ha innescato un acceso dibattito sulle riviste di psicologia su come interpretare correttamente i dati[29]. Nel 1999, Milton e Wiseman hanno pubblicato un articolo che sottolineava la non replicabilità dei risultati di Bem e Honorton[30].

Psicocinesi e generazione casuale di numeri

  Per approfondire, vedi la voce Psicocinesi.

L’avvento della potente e poco costosa elettronica e dei computer ha permesso la creazione di esperimenti pienamente automatizzati al fine di studiare l’interazione tra mente e materia. Nella maggior parte di questi esperimenti un generatore casuale di numeri (RNG), basato su rumori elettronici o radioattivi, produce un flusso di dati che sono registrati e analizzati dal software di un computer. Un individuo prova ad alterare con la mente la distribuzione dei numeri. Tale tecnica è stata usata sia per testare la psicocinesi su individui che su più ampi gruppi di persone. La maggior parte della meta-analisi dell’RNG sono state pubblicate ogni cinque anni, sin dal 1986, sulla rivista Foundations of Physics. Robert G. Jahn, fondatore del Princeton Engineering Anomalies Research (PEAR) e la collega Brenda Dunne affermano che la dimensione dei risultati è piuttosto piccola ma hanno una significatività statistica se considerati nel tempo e in relazione al tipo di esperimento. Le più recenti meta-analisi sono state pubblicate nel Psychological Bulletin unitamente a molti commenti critici]. Tale meta-analisi era composta da 380 studi, con dei risultati che avevano una significatività statistica anche se molto piccola e comunque spiegabile con la publication bias cioè la tendenza dei ricercatori a attribuire un diverso valore ai risultati positivi rispetto ai risultati negativi.

 

 

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