Rudolf Steiner

Posted By Admin on Gen 7, 2017 | 0 comments


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Rudolf Steiner nel 1900 a Berlino.

Rudolf Steiner (Donji Kraljevec, 27 febbraio 1861 – Dornach, 30 marzo 1925) è stato un filosofo, esoterista e pedagogista austriaco. È il fondatore dell’antroposofia, di una particolare corrente pedagogica (la pedagogia Waldorf), di un tipo di medicina (la medicina antroposofica o steineriana) oltre che l’ispiratore dell’agricoltura biodinamica, di uno stile architettonico e di uno pittorico. Ha posto anche le basi dell’euritmia e dell’arte della parola. Si è occupato inoltre di filosofia, sociologia, antropologia e musicologia.

Biografia

Nel 1883 Steiner si laureò alla Technische Hochschule (Politecnico) di Vienna, dove studiò matematica, fisica e filosofia con Franz Brentano dal 1879 al 1883. Nel 1882, su proposta di Karl Julius Schröer, suo docente, al professor Joseph Kürschner, curatore di una nuova edizione delle opere di Goethe, fu incaricato di curare le opere scientifiche. Nel 1886 pubblicò un primo libro sulla filosofia di Goethe: La teoria della conoscenza implicita nella concezione del mondo di Goethe. Di conseguenza, nel 1888 Steiner fu invitato a lavorare come curatore negli archivi Goethe a Weimar, dove rimase fino al 1896, scrivendo introduzioni e commenti ai quattro volumi di scritti scientifici di Goethe e pubblicando nel 1897 un secondo libro sulla filosofia di Goethe: Goethes Weltanschauung (La concezione del mondo di Goethe). Nel 1891 Steiner ottenne un dottorato in filosofia all’Università di Rostock, con una tesi sul concetto di ego in Fichte, poi ampliata e pubblicata sotto il titolo Wahrheit und Wissenschaft (Verità e Conoscenza). In quegli anni collaborò alle edizioni complete delle opere di Arthur Schopenhauer e di Jean Paul e nel 1894 pubblicò Die Philosophie der Freiheit (Filosofia della libertà). Nel 1896 Elisabeth Förster-Nietzsche, sorella di Friedrich Nietzsche (all’epoca ormai catatonico), chiese a Steiner di riordinare l’archivio di Nietzsche a Naumburg.

Nel 1897 Steiner lasciò Weimar e si trasferì a Berlino, dove divenne proprietario, redattore capo e autore principale della rivista letteraria Magazin für Literatur, impresa che si rivelò un insuccesso, anche per la sua presa di posizione a favore di Émile Zola nell’Affare Dreyfus.

Pensatore

Nel 1899 Steiner pubblicò sulla Magazin un articolo intitolato La rivelazione segreta di Goethe, saggio sulla natura esoterica di una fiaba di Goethe,Il serpente verde. Ne derivò un invito e poi una serie di conferenze alla Società Teosofica, della cui sezione tedesca divenne capo nel 1902 o 1904, su nomina di Annie Besant. Autore di Theosophie. Einführung (Teosofia: un’introduzione) (1904) e conferenziere attivo in tutta Europa, contribuì alla crescita della sezione confutando le idee e la terminologia di Madame Blavatsky, condividendo le idee reincarnazioniste delle filosofie orientali; i suoi scritti contribuirono largamente alla conoscenza diffusa delle tradizioni esoteriche ed exoteriche sia orientali che occidentali.[senza fonte]

Nel 1912, quindi, Steiner uscì dalla Società Teosofica e nel 1913 fondò la Società Antroposofica per portare avanti le idee della cosiddetta Scienza dello Spirito o Antroposofia. Trasferitosi in Svizzera, architettò e progettò i due Goetheanum a Dornach in Svizzera. Il primo, costruito in legno tra il 1913 e il 1920, venne distrutto la notte del Capodanno 1922 da un incendio probabilmente doloso (da parte di nazionalisti tedeschi), il secondo fu realizzato in cemento armato dopo la sua morte e completato nel 1928.

Coadiuvato da Ita Wegman, è anche l’ideatore di un’ars medica sviluppata in chiave antroposofica e di interventi agronomici ideati alla luce delle sue conoscenze esoteriche (dai quali poi si svilupperà, successivamente e autonomamente, la cosiddetta agricoltura biodinamica). Ha inoltre concepito l’ideale politico della cosiddetta triarticolazione sociale e delineato una nuova arte del movimento, chiamata euritmia, che mira, attraverso gesti e movimenti, a rendere visibile “l’invisibile” (suoni e forme del linguaggio, stati d’animo, forme e concetti archetipici).

Fu un instancabile conferenziere, tenendo più di seimila incontri pubblici in svariate città europee.

I suoi libri fondamentali sono: “Filosofia della libertà”, “Teosofia”, “L’Iniziazione”, “La scienza occulta nelle sue linee generali”, “La mia vita”, “Calendario dell’Anima (1912-13)”

In Italia la sua filosofia è stata diffusa inizialmente dai primi seguaci italiani, la baronessa Emmelina Sonnino (De Renzis), suo figlio Giovanni Antonio Colonna di Cesarò e il medico romano Giovanni Colazza, e dopo la seconda guerra mondiale da Massimo Scaligero e dal medico milanese Aldo Bargero.

Da allora la crescita dell’impulso medico antroposofico è stata accompagnata dalla pubblicazione di numerosi titoli – per lo più traduzioni da autori di lingua tedesca, inglese o francese – soprattutto di carattere divulgativo. Solo a partire dal 1990 si trovano anche testi di autori italiani. Ma intanto, essendo Colazza e Bargero medici, si è sviluppata in Italia una notevole comunità di medici ad indirizzo antroposofico.

Contemporaneamente in diverse città italiane apparvero le prime scuole Waldorf nelle quali viene attuato il modello pedagogico steineriano.

Pedagogia Waldorf

Prende nome dalla scuola voluta da Emil Molt, direttore della fabbrica di sigarette Waldorf–Astoria di Stoccarda, per i figli dei suoi operai. La scuola Waldorf aprì le porte nel settembre del 1919 con circa 250 alunni e dodici insegnanti, sotto la conduzione pedagogica di Rudolf Steiner. Oggi ci sono centinaia di scuole in tutto il mondo che si ispirano ad essa e in Europa ha avuto, in quasi cent’anni dalla sua nascita, un’ampia e crescente diffusione.

Caratteristiche principali della prima scuola Waldorf furono: la totale autonomia nella nomina degli insegnanti, al fine di consentire l’attuazione della più completa libertà di insegnamento; l’assenza di libri di testo e di programmi scolastici predefiniti; l’autogestione del collegio dei docenti e l’autofinanziamento (anche attraverso importanti donazioni).

A partire da questi presupposti, Steiner cercò di indicare, attraverso una serie di conferenze rivolte ai futuri insegnanti da lui stesso scelti quali pionieri della prima scuola Waldorf -conferenze raccolte nei tre volumi di Arte dell’educazione I, II, III e ancor oggi considerate alla base di tutta l’impostazione metodologica della pedagogia steineriana-, come dar vita a una pedagogia capace di risvegliare appieno le facoltà dell’essere umano nel suo lungo percorso evolutivo, dall’età infantile sino alla piena maturità (ventun’anni). Secondo quanto Steiner afferma, ciò può avvenire solamente grazie al possesso, da parte dell’educatore, di una profonda conoscenza dell’uomo quale essere triarticolato, ovvero tripartito nelle capacità di pensare, sentire e volere: ad ognuno di questi fattori del discente dev’essere data la possibilità di auto-elaborazione nei giusti modi e nei giusti tempi. Lo sviluppo armonico di suddette tre facoltà, al pari di quello dei dodici sensi[1] , è, dunque, alla base di tutta la pedagogia steineriana e tale esigenza viene soddisfatta, nella metodologia elaborata da Steiner, con l’aiuto di molti raffinati espedienti tra i quali: il rifiuto di un insegnamento nozionistico; la possibilità di coltivare le più disparate discipline artistiche – quali la musica, il teatro, la pittura, il modellaggio, l’artigianato, e svariati altri lavori manuali che possono andare dall’uncinetto sino alla costruzione, nelle classi più avanzate, di veri e propri macchinari tecnologici funzionanti -; un’attenzione meticolosa ad impartire certi tipi di insegnamenti e non altri in base all’età evolutiva degli allievi – è detto, infatti, che proporre al fanciullo in crescita un argomento, o una qualsiasi esperienza in generale, prima del tempo (cioè non secondo modi e tempi ben definiti da Steiner nonché dai molti pedagogisti che successivamente s’inserirono nel solco dei suoi studi), potrebbe addirittura danneggiare il futuro equilibrio psico-fisico dell’individuo. Ma ciò che sopra ogni altra cosa risulta essere importante nell’impostazione educativa proposta da Steiner è senza dubbio la necessità di un profondo e rigoroso cammino di autoeducazione che l’insegnante deve compiere – per mezzo di una serie di discipline spirituali sempre sviluppate da Steiner – al fine di raggiungere un’intima e diretta conoscenza di sé stesso per una lenta correzione delle proprie imperfezioni interiori: il vero insegnamento da parte dell’educatore, dice Steiner, non sta in quel che viene detto né in quel che viene fatto ma, piuttosto, in quel che si è: la parte sostanziale dell’azione educativa avviene, cioè, “da anima ad anima“, passando direttamente dall’anima dell’adulto all’anima dell’allievo (e ciò è tanto più vero, quanto più quest’ultimo è in tenera età). È dunque importantissimo, nella prospettiva di una pedagogia etica quale Steiner aveva in mente, che l’educatore sia in un costante lavoro di auto-purificazione nonché di ricerca personale riguardo a tutto quanto egli vuol presentare ai propri alunni in modo che l’insegnamento risulti profondamente vivo e veritiero. E’ bene infine sottolineare che, nonostante l’intera impostazione educativa della pedagogia Waldorf si basi sulla concezione antroposofica del mondo fondata, tra le altre cose, su di una visione dell’uomo secondo la tripartizione di corpo, anima e spirito, nelle scuole steineriane, contrariamente a quanto spesso si crede, non risulta vi sia (nei limiti del possibile) alcun tentativo macroscopico d’indottrinamento: almeno secondo l’idea di Steiner, infatti, l’intento dovrebbe essere al contrario sempre quello di formare individui quanto più possibile capaci di un giudizio critico libero e profondo.[2]

L’arte di insegnare

Secondo Rudolf Steiner la pedagogia è un’arte e dunque il maestro deve avere una “vocazione” per l’insegnamento. Un buon maestro genera buoni alunni, così come un cattivo maestro ne genera di cattivi. L’insegnamento non è solo un freddo passaggio di informazioni, ma è una relazione tra due esseri umani, in cui uno è assetato di conoscenza e l’altro è votato a trasmettere tutto il proprio sapere, umano ed intellettuale.

Secondo Steiner l’educazione è quindi un’arte, l’arte dell’educazione per l’appunto, in cui l’artista è l’insegnante e la sua “opera d’arte” lo studente, un processo il cui culmine è il raggiungimento della libertà.

Scuole steineriane in Italia

Nata per favorire lo sviluppo e le capacità dei figli dei proletari, la scuola Waldorf raccolse fin dall’inizio consensi tra coloro che desideravano un’educazione moderna e creativa per i propri figli. In Italia però, a causa anche degli alti costi necessari per la gestione di una scuola non sovvenzionata, essa ha inizialmente preso piede solo nelle fasce economicamente e culturalmente più elevate della società. Di fatto le indicazioni di Steiner riguardo al rapporto tra una libera vita culturale e l’economia (riassunte nella sua teoria della triarticolazione dell’organismo sociale) sono finora in gran parte disattese. Pertanto oggi si supplisce a queste difficoltà offrendo alle famiglie la possibilità di ottenere riduzioni sulle rette scolastiche mediante uno scambio in lavoro oppure mediante un “fondo aiuto famiglie”, basato sul principio della solidarietà, e garantito dalla riservatezza e dall’anonimato. Per raccogliere denaro poi le scuole steineriane organizzano iniziative di autofinanziamento, come i mercatini in occasione delle principali festività dell’anno: i fondi raccolti in queste occasioni vengono in parte anche impiegati per sostenere chi non potrebbe permettersi di frequentare una scuola privata.

Nella formazione steineriana non vuole esservi traccia alcuna di nozionismo e questo, nelle intenzioni delle scuole, dovrebbe portare ad uno sviluppo ottimale della personalità dell’allievo e delle diverse componenti -umanistica, scientifica e artistica dello studente. Inoltre non sono previste bocciature o altri rallentamenti nel percorso scolastico (tranne che al liceo), poiché l’insegnamento è impartito comunque in relazione all’età dell’alunno.

Nella formazione degli insegnanti steineriani è fondamentale il percorso di autoeducazione continua. Nei seminari di formazione e di aggiornamento lo scopo primario, oltre alla preparazione sull’antropologia dell’età evolutiva in senso steineriano, è anche quello di risvegliare e sviluppare nel maestro interesse, entusiasmo, capacità e spirito di iniziativa in ambito pedagogico.

Influenze in architettura

L’influenza di Steiner si è estesa in molti campi, tra cui quello dell’architettura organica. In merito a ciò, Mateo Kries, direttore del Vitra Design Museum di Weil am Rhein, in occasione della mostra da lui curata Rudolf Steiner. L’alchimia del quotidiano (15 ottobre 2011-1º maggio 2012), ha dichiarato: «L’estetica e la pratica architettonica di Steiner hanno segnato il lavoro di molti progettisti. Tra gli estimatori di Steiner si possono identificare due gruppi: il primo è composto da chi, seppure influenzato dalle sue teorie, ha sviluppato una ricerca autonoma: per esempio Herzog & De Meuron, che nel 2002 scrissero una monografia intitolata Natural History in cui dichiararono i propri riferimenti al testo Kunstformen der Natur del filosofo e biologo tedesco Ernst Haeckel e alla materialità delle formazioni geologiche (tratto tipico delle strutture steineriane); gli stessi riferimenti che si possono ritrovare nell’edificio Schaulager a Basilea, a pochi chilometri dal Goetheanum. Il secondo gruppo è formato da chi continua ad applicare dogmaticamente gli insegnamenti di Steiner, come gli olandesi Alberts & Van Huut»[3]

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